La grande fuga

di Manuele Bonaccorsi

Collaborazione di Giulia Sabella
Immagini di Carlos Dias


Perché le emissioni continuano? Perché non esiste alcuna normativa che le impedisca.
Le telecamere di Report hanno seguito il viaggio per l’Italia di James Turitto, della ong americana Clean Air Task Force, che con una termocamera professionale ha indagato la presenza di emissioni di metano negli impianti di produzione, trattamento e stoccaggio di idrocarburi. Turitto ha visitato 46 impianti nel nostro Paese e di questi ben 35 rilasciavano metano in atmosfera. Tra questi i siti di trattamento gestiti da Eni (Pineto, Casalborsetti) e quelli di rigassificazione (Panigaglia) e di stoccaggio (Minerbio, Fiume Treste, Cortemaggiore, Brugherio, Bordolano), controllati da Snam. Spesso a rilasciare metano erano i camini di emergenza e i serbatoi, ma a volte le emissioni provenivano da viti o tubazioni in scadente stato di manutenzione. Report mostrerà in esclusiva le immagini riprese da Turitto. Secondo l’International Energy Agency, nel mondo vengono rilasciate in atmosfera 135 milioni di tonnellate di metano derivate da emissioni fuggitive del settore energetico, pari a circa 2,5 volte l’intero consumo annuo italiano. Limitarle solo di un terzo avrebbe lo stesso effetto sugli obiettivi della Cop 21 dell’elettrificazione dell’intero settore dei trasporti contribuendo a contenere l’aumento della temperatura di 0,3 gradi. Perché allora le emissioni continuano? Perché non esiste alcuna normativa che le impedisca. Lo spreco delle emissioni appare oggi non solo ambientalmente pericoloso, ma anche economicamente incomprensibile.