Il paziente italiano

di Claudia Di Pasquale

Collaborazione di Cecilia Bacci e Giulia Sabella
Immagini di Ahmed Bahaddou, Chiara D'Ambros, Giovanni De Faveri, Dario D'India, Paolo Palermo e Davide Fonda
Ricerca immagini di Alessia Pelagaggi
Montaggio di Daniele Bianchi, Andrea Masella, Vincenzo Gioitta


L'emergenza Covid è finita ma la sanità resta in stato di emergenza. 
I pronto soccorso sono al collasso, migliaia di visite e interventi sono stati sospesi, i medici sono in fuga dagli ospedali pubblici. Eppure, dopo la prima ondata, a maggio 2020 il Decreto Rilancio stanziava 1 miliardo e 400 milioni di euro per potenziare la rete ospedaliera italiana, aumentare il numero dei posti letto di terapia intensiva e subintensiva e per riqualificare i pronto soccorso. A distanza di due anni cosa è stato fatto?
 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dall'azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I
Il direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio D'Alba, oggi 20 giugno 2022, ha inviato una lettera alla redazione di Report Rai3, a seguito dell'anticipazione via social delle interviste rilasciate da Elena Codrea, paziente oncologica dell'Umberto I, e da Antonella Saliva, presidente del Comitato La Fenice, nato a difesa della sanità pubblica e delle donne costrette annualmente rivolgersi a delle strutture private per fare i controlli di prevenzione per il tumore al seno. 

I fatti raccontati da Report sono questi: Elena Codrea, paziente oncologica dell'Umberto I, ha chiamato il Cup per prenotare prima una Moc e poi una radiografica toracica, e in entrambi i casi l'operatore le ha comunicato che presso l'Umberto I non c'era alcuna disponibilità, ovvero l'agenda dell'Umberto I era chiusa. Antonella Saliva ha, quindi, denunciato che in base alla legge 266 del 2005 è vietato chiudere le agende.

Di fronte a questa denuncia, il direttore D'Alba elenca nella sua mail il numero delle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche effettuate dall'Umberto I negli ultimi tre anni, e specifica che il "presunto disservizio" denunciato dal comitato La Fenice è "relativo al call center regionale", e di conseguenza non all'Umberto I. Verrebbe da chiedersi chi comunica al Cup regionale quali sono le disponibilità e le agende per le singole prestazioni nei singoli ospedali. 
In ogni caso il direttore D'Alba puntualizza che "in relazione a quanto diffuso dall'Associazione La Fenice anche in modo preventivo intende puntualizzare di avere adito tutte le vie legali e giudiziarie per riaffermare la verità". Vogliamo sperare che il Policlinico Umberto I non voglia portare in tribunale né il comitato La Fenice, che si batte per la prevenzione dei tumori femminili, né Elena Codrea, paziente oncologica, che si è ritrovata a doversi rivolgere a una struttura privata accreditata per fare la Moc. 
Teniamo a sottolineare che questa lettera del direttore D'Alba arriva il giorno stesso della messa in onda, 20 giugno 2022, dopo che Report a partire dal primo febbraio 2022 ha inviato al Policlinico Umberto I più richieste di informazioni e anche d'intervista allo stesso direttore D'Alba. Nello specifico Report aveva chiesto all'Umberto I i dati relativi ai pazienti Covid, come erano stati rimodulati gli spazi dell'ospedale per ricoverare i pazienti Covid, quali interventi erano previsti in base al decreto rilancio (dl 34/2020) per potenziare il policlinico Umberto I e a che punto erano questi lavori, nonché i tempi e i costi dei lavori di ristrutturazione del complesso ospedaliero finanziati dalla legge 448/1998. 

Ebbene, nonostante l'invio di più richieste ufficiali, il direttore D'Alba non ci ha rilasciato alcuna intervista e il Policlinico Umberto I non ha mai risposto a nessuna delle nostre richieste di informazioni, non fornendoci alcun dato.
Nonostante la mancanza di qualsiasi forma di collaborazione da parte del Policlinico Umberto I, noi di Report abbiamo scoperto e verificato che a distanza di quasi due anni i lavori per i 48 nuovi posti di terapia semintensiva e i 26 posti di terapia intensiva, finanziati grazie al decreto rilancio del maggio 2020, non sono ancora partiti. Ce l'ha confermato anche la Engie Servizi che insieme alla Sac si è aggiudicata i lavori già nell'autunno del 2020.
Questa la risposta della Engie Servizi datata 15 aprile 2022: "Confermiamo che i lavori per le  terapie intensive/semi intensive presso l'ospedale non sono iniziati in quanto non abbiamo ricevuto i relativi ordinativi, né siamo a conoscenza delle relative tempistiche".