Splendori e miserie dei signori del calcio

collaborazione di Federico Marconi
immagini di Dario D'India, Alfredo Farina, Andrea Lilli e Fabio Martinelli
ricerca immagini di Silvia Scognamiglio e Paola Gottardi
montaggio di Andrea Masella
grafica di Michele Ventrone


Il crollo repentino del sogno della Super Lega, la competizione che avrebbe dovuto ospitare solo i migliori e più ricchi club di calcio del Vecchio Continente, apre una voragine sulle condizioni finanziarie delle squadre più blasonate, in Italia e in Europa.
In Serie A, con la sola eccezione del Napoli, tutti i grandi club hanno bilanci in profondo rosso, aggravati dai contraccolpi del Covid-19. Ma perché i conti non tornano? Qual è la ragione di passivi di bilancio da svariate centinaia di milioni di euro?
Corruzione, riciclaggio, conflitti di interesse: sarebbero questi i mali che affliggono il calcio italiano ed europeo. Report ricostruisce le anomalie dello sport più amato, approfondendo le dinamiche che muovono la voce di spesa più significativa: la compravendita dei campioni. Qui giocano la loro partita i procuratori, dai grandi come Mino Raiola, ai meno conosciuti, che si muovono nel mercato intermedio.
Nel 2020 le squadre di Serie A hanno pagato ai procuratori 140 milioni di euro come diritti di intermediazione. Una spesa che si giustifica solo attraverso il rapporto malato messo in piedi tra procuratori, presidenti e direttori sportivi degli stessi club. Un rapporto spesso alimentato da conflitti di interesse e dove anche le mafie si muovono per giocare la loro partita.
Una guerra per i soldi in cui le prime vittime sono proprio i club.
Dopo i processi sul doping ai giocatori, Calciopoli, e l’inchiesta Infront sulla spartizione dei diritti televisivi, un nuovo scandalo sta per investire il mondo del calcio?

28/06/2021 - Riceviamo da Davide Lippi e pubblichiamo:
"Smentisco categoricamente quanto riferito da Vincenzo Morabito durante il programma televisivo Report andato in onda il 7 giugno scorso, circa la presunta aggressione da me subita ad opera di una non meglio precisata organizzazione di malaffare; e così per oscure ragioni legate al mondo del Calcio o comunque alla mia attività di Agente. Ribadisco con forza che dette dichiarazioni non corrispondono alla verità e rimangono inattendibili e frutto di una ricostruzione fantasiosa, oltre che smentite dai fatti. La vicenda raccontata nel programma televisivo è infatti estranea all’ambiente del Calcio ovvero alla mia attività di Agente, laddove relativa al tentativo maldestro da parte di alcuni balordi, quali delinquenti comuni, di rubare l’orologio che indossavo in quell’occasione. Mi sento di riaffermare che l’episodio - accaduto mentre rientravo nella mia abitazione – è stato oggetto di apposita denuncia e che l’Autorità di polizia, anche grazie ai filmati espunti dalle videocamere di sorveglianza, ha provveduto ad assicurare alla giustizia i responsabili".