Fin troppo rapidi

di Danilo Procaccianti 

Collaborazione di Andrea Tornago
Ricerca immagini di Alessia Pelagaggi e Silvia Scognamiglio
Immagini di Cristiano Forti
Montaggio e grafica di Monica Cesarani



In Veneto durante la seconda ondata della pandemia è accaduto il disastro.
Ci sono stati 1600 morti in più rispetto alla media nazionale. Cosa è successo? Avevano puntato tutto sui tamponi rapidi, era il test di riferimento anche per gli operatori sanitari e per le Rsa, contrariamente alle indicazioni dell’OMS e anche a uno studio del prof. Crisanti. Dopo la nostra inchiesta dello scorso anno si è mossa la procura di Padova e ha chiesto il rinvio a giudizio di quello che per il governatore Zaia era l’Elon Musk del Veneto, il dottor Roberto Rigoli: sostanzialmente nella gestione della seconda fase della pandemia aveva preso il posto del professor Crisanti come braccio destro di Luca Zaia. I magistrati scoprono che a giustificare appalti milionari per i tamponi rapidi, ci sarebbero attestazioni scientifiche false. Nel corso delle indagini spuntano anche intercettazioni imbarazzanti.

La posizione del dott. Roberto Rigoli