Attici e monovani di Stato

Collaborazione di Michela Mancini

Il patrimonio immobiliare dell’Inps oggi vale due miliardi e mezzo di euro. Un piccolo tesoro, ma è solo ciò che resta dopo la burrascosa campagna delle dismissioni immobiliari, iniziata nel lontano 1996. Prima il legislatore decide di far vendere direttamente dagli enti ai suoi inquilini, poi, nel 2001, cambia idea e si affida allo strumento finanziario della cartolarizzazione. In questa confusione normativa è accaduto di tutto. Da un grande palazzo nel cuore di Roma, in via dei Laterani, un gruppo di «inquilini storici», guidato da un comandante d’eccezione, dichiara guerra all’Inps: hanno comprato con gli sconti di legge ma accampano un’interpretazione ancor più favorevole, pretendendo di poter acquistare anche tutto l’invenduto. Nel frattempo succede anche che una serie di appartamenti del palazzo siano occupati illegalmente: un idraulico, un giovane pittore, un colonnello della polizia, un dipendente dell’Inps e uno dell’Ater, l’azienda pubblica delle case popolari... Insomma nessun disagio sociale. È davvero un pasticciaccio brutto. E riguarda tutto il Paese, perché rischia di far saltare in aria le migliaia di compravendite che dal 2001 hanno riguardato immobili oggetto di cartolarizzazione. La giustizia amministrativa, infatti, in tutti questi anni ha sfornato sentenze clamorose, regalando una posizione di forza ai conduttori «ribelli».






NOTA DEL 23/04/2018

L'ex dirigente patrimonio Inps Daniela Becchini precisa quanto segue: «Evidenzio che non vi è stata alcuna anomala disponibilità della sottoscritta nei confronti di Alfredo Romeo. A tale proposito segnalo che:
- sono un manager pubblico con pluriennale esperienza nell'ambito di incarichi di crescente responsabilità nell'INPDAP, assorbito dall'INPS dal 2012, tutti caratterizzati dalla massima esclusiva cura dell'interesse pubblico e dal pieno assoluto rispetto della legalità. Tra le più significative esperienze professionali, voglio sottolineare in particolare proprio la reintemalizzazione della gestione immobiliare dell'ingente patrimonio dell'ex INPDAP, resasi necessaria proprio a fronte delle gravi criticità rilevate nell'attività delle diverse società di gestione, fra cui anche quella facente capo a Romeo.
- la Romeo Gestioni si trova ad essere fomitore di INPS solo a seguito di una sentenza del Consiglio odi Stato del 2015 che, nel definire un lungo e articolato contenzioso relativo ad una gara precedentemente bandita dall'INPS nel 2011, ne ha ordinato il subentro nel rapporto contrattuale stipulato con l'originario aggiudicatario.
- Ho già depositato presso la Procura atti, sentenze e documenti utili a rimarcare la assoluta correttezza del mio operato, nell'ambito del quale evidenzio, fra l'altro, di aver sollecitato tempestivamente l'intervento dell'ANAC sulla vicenda».