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AGGIORNAMENTO DEL 21/12/2014

Di Giovanna Boursier. Amazon è l’azienda leader del commercio on line. Ha quattro società in Italia, ma la capofila è lussemburghese e quindi le tasse sugli utili le paga gran parte in Lussemburgo, dove conviene perché sborsa solo il 4%. Eppure quando, due anni fa, eravamo riusciti a entrare nei magazzini di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, avevamo visto che quasi tutto il commercio italiano si fa in Italia. Ma il problema della tassazione delle multinazionali del web è comune a tutta l’Europa, e ora, sollecitati anche dalla crisi, i paesi dell’Unione si stanno organizzando.

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La multinazionale americana Amazon, colosso del commercio on line, vende di tutto. In Europa ha il quartier generale in Lussemburgo, la Amazon Eu Sarl, che controlla anche le 2 società italiane: la Logistica, con il magazzino di Castel San Giovanni dove 400 dipendenti spediscono gli ordini, e la Corporate a Milano, con circa 200 dipendenti che negoziano i contratti con editori e distributori per mettere libri ed ebook on line. Ci chiediamo: siccome gran parte dell'attività commerciale sembra sia qua, perché anziché pagare le tasse in Italia Amazon le paga in Lussemburgo dove conviene? La stessa domanda l'ha fatta il 12 novembre scorso la Commissione sui conti pubblici del Parlamento inglese, ad Andrew Cecil, capo delle relazioni esterne di Amazon, che in Gran Bretagna sarebbe sotto inchiesta per evasione fiscale.

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RETTIFICA DEL 23/12/2012

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Nella puntata di domenica scorsa nel servizio dedicato alla multinazionale dellonline, ad Amazon e al fatto che in Italia ha molte delle sue attività, avevamo mostrato lintestazione di due studi legali ai quali Amazon aveva chiesto un parere fiscale, però poi avevamo dato conto di uno solo, lasciando erroneamente intendere che fossero uguali. Così non è. Lo Studio Bonelli Erede pappalardo invece dice ad Amazoncon questo modello di business dovete pagare le tasse in Italia altrimenti cambiatelo e chiedete un accordo con lAgenzia delle Entrate. Ci dispiace e ce ne scusiamo con i diretti interessati.

 

Il pacco

Amazon è l’azienda leader del commercio on line. Ha quattro società in Italia, ma la capofila è lussemburghese e quindi le tasse sugli utili le paga gran parte in Lussemburgo, dove conviene perché sborsa solo il 4%. Eppure quando, due anni fa, eravamo riusciti a entrare nei magazzini di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, avevamo visto che quasi tutto il commercio italiano si fa in Italia: dove lavorano 400 dipendenti assunti con contratti italiani, che prendono gli ordini e li spediscono in gran parte a clienti italiani. Adesso quel magazzino è raddoppiato e hanno anche aperto un call center a Cagliari con altri 200 dipendenti. Ma Amazon non versa quasi nulla alla nostra Agenzia delle Entrate. Da due anni la Guardia di Finanza indaga, visto che il traffico di merci di Amazon in Italia è oggi stimato in circa 1 miliardo di euro. Ma il problema della tassazione delle multinazionali del web è comune a tutta l’Europa, e ora, sollecitati anche dalla crisi, i paesi dell’Unione si stanno organizzando.

Da noi a proporre una web tax ci aveva provato, a fine 2013, Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera. Boccia voleva far pagare a Google o Amazon almeno l’Iva su quanto commerciato in Italia. Ma Matteo Renzi, appena eletto segretario del Pd, si era messo di traverso, e una volta Premier, ha accantonato la tassa.

Il pacco

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