29/03/2024
25/05/2011

Il 91% delle donne
ha una pensione
inferiore ai 1000 euro

Che nel mondo del lavoro le donne siano generalmente penalizzate, rispetto ai colleghi uomini, è un triste dato di fatto. Quello che forse fino a oggi era meno noto è che questa tendenza viene confermata anche quando si parla di pensioni. Il 91% delle donne percepisce una pensione inferiore ai 1000 euro al mese

Che nel mondo del lavoro le donne siano generalmente penalizzate, rispetto ai colleghi uomini, è un triste dato di fatto. Quello che forse fino a oggi era meno noto è che questa tendenza viene confermata anche quando si parla di pensioni.

Lo rivela il rapporto annuale dell’Inps sugli assegni erogati e il dato è impressionante: il 61% degli assegni destinati alle donne non arriva a 500 euro lordi mensili. Se a queste cifre si aggiungono le pensioni che non raggiungono la soglia dei 1000 euro lordi, la percentuale sale vertiginosamente fino a toccare il 91% delle pensionate italiane. Se compariamo i dati relativi alle donne con quelli degli uomini, le differenze saltano agli occhi. “Solo” il 36% dei pensionati uomini rimane sotto la soglia dei 500 euro mese. Gli uomini ricevono in media 1311 euro al mese, le donne 893 euro.

Il rapporto annuale non si limita ovviamente a questi dati comparativi. Leggendolo scopriamo che il 2010 è stato un anno boom per le pensioni di anzianità. “Sono stati liquidati 174.729 trattamenti a fronte dei 100.880 registrati nel 2009 (+73%). La crescita ha seguito un anno, il 2009, nel quale a causa del passaggio dei requisiti da 58 a 59 anni a fronte di 35 di contributi il numero di pensioni di anzianità era stato molto basso. Nel 2011 con il nuovo "scalino" (da 59 a 60 anni) e l'entrata in vigore della finestra mobile si prevede un nuovo calo. Nel 2010 l'età media per la pensione di anzianità è stata di 58,3 anni per i lavoratori dipendenti e di 59,1 per gli autonomi”.
Secondo il presidente dell’Inps, Antonio Mastropasqua, “l'equilibrio e la stabilità raggiunte dal sistema non sono stati conseguiti a scapito delle giovani generazioni. La pensione ci sarà anche per i giovani. Ma la qualità della loro pensione di domani si costruisce oggi, agganciata sempre più al destino del Sistema Paese. Accanto alla necessità di una crescita economica del sistema, c'è una necessità che e deve essere ribadita ai giovani e ai meno giovani: bisogna lavorare più a lungo. La fuga dal lavoro è un approccio incompatibile con l'allungamento dell'età anagrafica. Non è mai troppo presto per pensare alla pensione ma non è mai troppo tardi per lasciare il lavoro, anche quando è discontinuo e flessibile”.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, riferendosi ai giovani ha detto che “la pensione integrativa é sempre più importante, se non necessaria, per le giovani generazioni”.