19/04/2024
18/06/2011

Moody's
avverte l'Italia
"Debito a rischio"

 

Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker: "La crisi potrebbe contagiare anche Italia e Belgio". Maroni: "Ora scelte coraggiose. Fare riforma fiscale". Cisl e Uil chiedono la riduzione delle tasse su dipendenti e pensioni, altrimenti sciopero generale. Calderoli "Sto con loro"

junL’allarme arriva dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in una intervista al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung. La crisi del debito greco - avverte Juncker - potrebbe contagiare anche l'Italia e il Belgio, prima di estendersi in Spagna, a causa soprattutto dell'elevato debito pubblico italiano con conseguenze “catastrofiche”per la moneta unica europea.

Alla vigilia del cruciale appuntamento in Lussemburgo che vedrà riuniti i ministri delle Finanze dell'eurozona per tentare di “disinnescare” la bomba-Grecia, Juncker lancia anche un appello ai partner europei e alla Commissione Europea affinchè ai greci, alle prese con cure lacrime e sangue, arrivi anche un “messaggio di speranza”. 

Il debito pubblico italiano incassa intanto un nuovo colpo dalle grandi agenzie di rating. Un mese fa Standard &Poor's, ora Moody's. La prima, a metà maggio, aveva rivisto al ribasso le prospettive sul ‘voto’ all'Italia. La seconda ha messo sotto osservazione il rating tricolore Aa2 in vista di un possibile 'downgrade'. Nel mirino delle due agenzie la bassa crescita produttiva del Paese. E se S&P's aveva parlato di un '’incerto impegno politico nelle riforme tese a migliorare la produttività”, anche Moody's affronta l'argomento: “L'adozione di nuove politiche di bilancio prudenti - si legge nella nota della società di rating - potrebbe rivelarsi più difficile nel prossimo futuro perché il consenso elettorale al governo sta indebolendosi” . Un riferimento quindi alle difficoltà del Governo nel guadagnare il via libera degli elettori alle proprie scelte (acqua e nucleare).

Sotto osservazione anche la capacità o meno del governo ‘di raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento fiscale’. A questo proposito, prima di arrivare alla decisione finale, sarà preso in considerazione il nuovo programma di bilancio del governo, atteso a breve.

In questo panorama si inserisce anche la difficile questione della riforma fiscale nel nostro Paese. “Dobbiamo fare scelte importanti, impegnative e soprattutto coraggiose, dopodichè le agenzie di rating si accorgeranno che c’è un Governo che governa” - avverte il ministro dell'Interno Roberto Maroni che ribadisce l’urgenza di “una riforma fiscale, avendone sostenuta personalmente la necessità. Se lo chiedono anche i sindacati, a maggior ragione il Governo deve essere impegnato a farla in tempi rapidi”.

“Il governo faccia la riforma fiscale o si andrà allo sciopero generale” minacciano Cisl e Uil. Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti chiedono in particolare la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione, altrimenti “ è meglio che l’esecutivo si dimetta”. A sposare in pieno le posizioni dei due sindacati è il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, disposto ad aderire all’eventuale sciopero generale. “E non più in qualità di rappresentante di un Governo".