28/03/2024
17/05/2009

Sri Lanka
Tamil annunciano resa

Le Tigri Tamil hanno smesso di combattere per evitare che il loro popolo sia sterminato. La resa è stata diffusa dal sito Tamilnet

Le Tigri Tamil hanno annunciato che hanno smesso di combattere per evitare che il loro popolo sia sterminato. L'annuncio di fatto pone fine al conflitto fra l'esercito governativo e i ribelli separatisti che avrebbero perso anche il loro leader, Velupillai Prabhakaran, che alcuni danno per morto anche se mancano conferme ufficiali. La resa e' stata comunicata da Selvarasa Pathmanathan, il capo del servizio diplomatico internazionale dell'esercito di Liberazione delle Tigri Tamil, in un comunicato urgente diffuso dal sito Tamilnet: accusando la comunità internazionale di non agire, l'esponente ha dichiarato che i ribelli hanno messo ''a tacere le nostre armi per salvare il nostro popolo''. Secondo Pathmanathan, la comunità internazionale, non prendendo posizione, ha favorito i bombardamenti dell'esercito che avrebbero ucciso, nelle ultime 24 ore, 3.000 civili ''che giacciono morti sulle strade mentre 25.000 sono feriti gravemente'' e ''senza aiuti medici''. Stamattina è ritornato in Sri Lanka anche il presidente Mahinda Rajapaksa che terrà un discorso alla nazione. I ribelli sono oramai rinchiusi in un piccolo lembo di terra, circondati dall'esercito, che avrebbe ucciso stamattina una settantina di ribelli.
Informazioni non confermate già ieri parlavano di una cattura della primula rossa e fondatore dell'Ltte: secondo altre fonti Prabhakaran sarebbe invece morto nei combattimenti.
La decisione annunciata oggi dalle Tigri Tamil, asserragliate nell'ultimo lembo dello Sri Lanka ancora in mano loro, di smettere di combattere per salvaguardare la popolazione civile potrebbe essere l'ultimo atto di una guerra civile che dura ormai da oltre un quarto di secolo, con un bilancio di oltre 70.000 morti. Eccone una breve cronologia:
- 1948: indipendenza dell'isola di Ceylon dalla Gran Bretagna. I Tamil, induisti, sono il 18% della popolazione, portati per lo piu' dall'India dagli inglesi, che li usavano nelle piantagioni di te'. Vivono nell'est e nord e si sentono emarginati in un Paese a maggioranza buddista e musulmana.
- 1976: Velupillai Prabhakaran fonda le Tigri di liberazione dell'Eelam Tamil (Ltte), che mira a creare uno Stato autonomo.
- 1983: l'Ltte uccide 13 poliziotti e dichiara la Prima guerra per l'Eelam: e' guerra civile.
- 1987-90: prima tregua. L'India invia e poi ritira una forza di pace ma perde 1.000 uomini. Ltte non disarma.
- 1990: Seconda guerra per l'Eelam, l'Ltte occupa Jaffna.
- 1991: kamikaze Tamil uccide premier indiano, Rajiv Gandhi.
- 1993: presunto kamikaze Ltte uccide il presidente cingalese, Ranasinghe Premadasa.
- 2002: una mediazione norvegese porta a un cessate il fuoco quadriennale. Iniziano i negoziati di pace.
- 2004: elezioni: battuto il premier Ranl Wickremesinghe, fautore della riconciliazione. Nell'Ltte prevalgono i radicali: riprende l'offensiva.
- 2005: assassinato ministro degli esteri: accusato Ltte. Diventa presidente il ''falco'' Mahinda Rajapaksa.
- 2006: L'Ltte dichiara che solo uno Stato indipendente Tamil puo' porre fine alla guerra.
- 2007: L'esercito riprende la roccaforte di Vakarai. In luglio il governo dichiara: i ribelli cacciati da tutto l'est.
- 2008: Il governo dichiara nullo il cessate il fuoco del 2002. Le truppe governative avanzano poco a poco verso nord.
- 2009: in febbraio cade Kilinochchi, roccaforte dei ribelli a nord; l'esercito lancia l'offensiva finale e riconquista la penisola di Jaffna. Marzo, appelli l'Unicef e Amnesty International per 150.000 civili intrappolati nella 'no fire zone'. Il 20 aprile, dopo aspri combattimenti, l'esercito riesce ad assicurare un'uscita sicura a 30-35 mila civili intrappolati. Il 21 aprile l'esercito sferra l'attacco finale. L'Onu denuncia un ''bagno di sangue'' con almeno 378 civili morti, di cui 100 bambini: Tigri Tamil e esercito si accusano a vicenda. Il 16 maggio i ribelli, sconfitti, minacciano il ''suicidio di massa'' ma il giorno dopo, di fronte alle vittime civili, prevale la decisione di far cessare i combattimenti.