29/03/2024
13/08/2012

Ilva, scende in campo il governo

ROMA - Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà comunica che l'esecutivo "presenterà ricorso davanti alla Corte Costituzionale contro i provvedimenti della magistratura che rischiano di portare alla chiusura degli impianti dell'Ilva di Taranto. Lo spegnimento dei forni sarebbe un fatto gravissimo per Taranto e per l'Italia intera"

"Il governo presenterà ricorso davanti alla Corte Costituzionale contro i provvedimenti della magistratura che rischiano di portare alla chiusura degli impianti dell'Ilva di Taranto. Lo spegnimento dei forni sarebbe un fatto gravissimo per Taranto e per l'Italia intera". A parlare è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà che poi precisa che “il governo non ha intenzione di entrare in conflitto con la magistratura". Eppure il futuro dell'Ilva rischia ogni giorno di più di trasformarsi in scontro istituzionale. 

Dalla Presidenza del Consiglio arriva infatti la conferma: il 17 agosto i ministri dello Sviluppo Passera, dell'Ambiente Clini e della Giustizia, Severino si recheranno nella città dei veleni per valutare le possibili contromosse che dovrebbero scongiurare la chiusura dello stabilimento siderurgico più grande d'Europa. "Una cosa è certa - dice Clini - il governo non starà a guardare. Il risanamento ambientale non prevede la chiusura dell'impianto. L'iniziativa del gip non è contro l'Ilva ma contro il governo e rischia di penalizzare l'Italia. Chi investirebbe più da noi se un gip può sconfessare il ministro competente?".

Le reazioni, dure, del governo erano iniziate dopo la decisione del gip di Taranto di revocare al presidente dell'Ilva Ferrante il ruolo di custode giudiziario ed amministratore delle aree sotto sequestro per un sostanziale conflitto d'interesse. Decisione che segue di poco la nuova ordinanza sull'interruzione della produzione. 
Immediata la reazione dei partiti. Pd, Pdl e Udc chiedono al governo di intervenire direttamente. E anche  per i sindacati la prospettiva di uno stop alla produzione, che metterebbe a rischio 11 mila posti di lavoro, sarebbe disastrosa. L'appello al governo è che indichi ai giudici la via dell'equilibrio. E già nella serata di ieri il ministro della Giustizia Severino ha chiesto gli atti dei due provvedimenti del gip. Da stamattina intanto gli operai sono di nuovo in strada con blocchi e presidi.