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01/08/2012

Basta stare zitte! Le donne di mafia parlano in Tv

Che ne è stato dell'omertà? Il Mafioso maschio - da I segreti di Cosa Nostra a Cadaveri e Compari a Quei Bravi Ragazzi - ha violato più volte il tradizionale voto del silenzio, magari lucrando su un passato criminale in una nuova carriera nei panni di chi spiffera tutto. Ora tocca alle donne...

Basta stare zitte! Le donne di mafia parlano in Tv

di Mary Billard, The New York Times
12 aprile 2012

Che ne è stato dell'omertà (in italiano nel testo)? Il Mafioso (in italiano) maschio - da Joseph Valachi ("The Valachi Papers - I segreti di Cosa Nostra" di Terence Young, 1972), a Henry Hill "Wise Guys - Cadaveri e Compari" di Brian De Palma, 1986 e "Goodfellas - Quei Bravi Ragazzi" di Martin Scorsese, 1990) fino a Salvatore Gravano ("Underboss" di Paul Barresi, 2000) ha violato più volte il tradizionale voto del silenzio, magari lucrando su un passato criminale in una nuova carriera nei panni di chi spiffera tutto.
Ora tocca alle donne.

Il reality show in onda negli USA su VH1 "Mob Wives" (Donne di Mafia), oggi alla sua seconda stagione, racconta sei madri single di Staten Island*, tutte o quasi con marito o padre in galera, per dare una sbirciatina a quello che viene eufemisticamente definito il loro "stile di vita" (ndr: *in realtà si svolge tutto a Battery Park City, Manhattan, di fronte al porto di Jersey City). Lo show riprende alcuni degli elementi chiave che hanno fatto della serie "Real Wives" su Bravo un fenomeno di costume (cricche contrapposte, pranzi innaffiati da buone dosi di alcool e zuffe estemporanee davanti alle telecamere sempre in agguato) e le mescola a storie di mafia, con uomini portati via nelle retate e mariti che passano gran parte del tempo in galera o con amichette varie al loro fianco.

"Il solo fatto che queste donne abbiano accettato di apparire è segno che i tempi sono cambiati" dice Howard Abadinsky, autore di "Organized Crime" nonché docente alla Saint John's University.
"Mandare in video mogli e figlie di soggetti che appartengono davvero alla criminalità organizzata è già di per sé straordinario, una crepa nel concetto stesso di ‘società segreta’". 

Il programma è scaturito dalla mente della sua producer Jennifer Graziano, figlia di Anthony Graziano, noto componente del clan Bonanno, una delle cinque 'famiglie' di New York City. La Graziano, già veterana dell’industria musicale, si è venduta l’idea di un programma voyeuristico sulla mafia e sulla vita vera di queste donne, facendo comunque in modo di ‘non tradire'.
"Ho fatto chiaro a tutti che qui degli uomini non si parla" ha detto in una recente intervista telefonica. "L'intenzione è quella di spiegare invece qual è l’impatto di quello 'stile di vita' sulla vita delle donne e cosa succede quando gli uomini vanno in galera e lasciano sole famiglie e mogli, che devono salvare il salvabile e tirare avanti".
Il progetto ha convinto anche la sorella Renee Graziano, ex moglie del noto mafioso Hector Pagan Jr, che si è portata dietro un certo numero di amiche di vecchia data. Tutte insieme formano una ‘sorellanza’ di attiviste alla Betty Friedan griffate Vuitton, che provano a raccontare la ‘Mistica della Mafia’, almeno quando non si dichiarano guerra a vicenda o non fanno a pugni nei bar.
"Le ragazzine che sognano di uscire con un qualche 'cattivo ragazzo' avranno la possibilità di imparare dai miei errori, visto tutto quello che ho dovuto sopportare io" dice Drita D'Avanzo, la futura ex moglie di un rapinatore di banca oggi dietro le sbarre.

Il pezzo da 90 è Karen Gravano, la figlia del pluriomicida e informatore Salvatore Gravano, noto anche col nome di Sammy the Bull, che in un primo momento aveva rifiutato l'offerta.
"Mi avevano detto che si sarebbe trattato di una storia tutta al femminile, che raccontava la fatica delle donne come noi" ricorda oggi. "Io ci tenevo proprio a far sapere quali e quante difficoltà deve superare una famiglia in una situazione del genere". Non sarà poi così casuale che la Gravano sia anche l’autrice di un'autobiografia, "Mob Daughter" (figlia di mafia), alla quale si fa una certa pubblicità qua e là nel corso delle puntate o che stia lanciando una linea di cosmetici. ‘Sono una che lavora’ dice, mica una "principessa della mafia".

Una giornata grigia al Battery Park City, Manhattan. Le nostre eroine, cariche di strati di catene al collo e orecchini giganteschi, dentro pellicce variopinte e stivaloni tacco dodici, hanno gli occhi stretti e le mascelle serrate, pronte alla battaglia. Inizia così la serie. Ogni scena apre con un frame che sembra preso da materiale dell'FBI, completo di effetti sonori e data, per dare l’impressione che la protagonista sia identificata proprio grazie a quell'immagine. "Carla Facciolo. Ex marito: Joseph Ferragamo. Condanna: 6 anni", sull’immagine di una donna che sta facendo qualcosa di quotidiano, tipo andare dal manicure o portare un cestino di frutta alla festa di un'amica.
Tutti i personaggi sembrano ritagliati per la tv. La Graziano è l'ape regina, spaccona e sguaiata, tormentata da una storia d'amore vai e vieni con l'ex marito e dal di lui arresto, oltre che da una brutta esperienza di chirurgia plastica che le è quasi costata la vita. La D'Avanzo è la ragazzaccia cresciuta per strada, veloce tanto a tirare i pugni quanto a sciogliersi in lacrime davanti ai tradimenti del marito. La Facciolo, mamma di due gemelli, è quella calma e tranquilla, alle prese con un marito, presto ex, che verrà di lì a poco trasferito in un centro per il reinserimento sociale dei detenuti. Il catalizzatore narrativo è il ritorno, dopo anni in Arizona, della Gravano a Staten Island, dove dovrà affrontare i nemici di un tempo e i molti sospetti su cosa dirà o meno nel libro che sta scrivendo.
Le parti in guerra tra loro sono chiaramente definite: Karen contro Drita, per via di un antico risentimento mai sopito per un certo fidanzato. Karen conta tra gli alleati più fedeli Carla, Renee e la new entry Ramona Rizzo, nipote di Benjamin Ruggiero, meglio conosciuto come Lefty Guns (Mancino). Dall'altra parte della barricata, al fianco di Drita, ci sono Carla e la recluta Angela Raiola, che entra di diritto nel gruppo grazie a zio Salvatore Lombardi, aka Sally Dogs. ‘Big Ang’, nickname di Angela forse dovuto ai seni plasticati che sfidano apertamente le leggi di natura, è la madrina delle più giovani, che cercano di rimanere neutrali. "Io ho cinquant'anni, loro trenta" dice. "Ci penso io a insegnare loro le buone maniere".

Ci si chiede a questo punto a cosa serva loro tutto ciò, oltre a pubblicizzare aggressivamente tra un cocktail e una stilettata alle spalle alle amiche, marche di gioielli, profumi, abbigliamento e libri che stanno per uscire. Perché una cosa è farsi vedere durante un safari in Africa come in "Real Housewives of Atlanta", un’altra commentare con un barista il titolone di un giornale che parla dell'ultimo colpo alla mafia con esplicito riferimento al tuo ex marito... La risposta potrebbe essere semplice: si deve campare.
La D'Avanzo, che si dice in procinto di lanciare una linea di cosmetici, racconta di aver spiegato ai suoi, contrari alla sua partecipazione al programma, che alle star dei reality arriva poi tutta una serie di altre opportunità. "Tutti danno per scontato che nel nostro 'stile di vita' i soldi ti escano da tutte le parti. Ma non è così".
Resta il fatto che il programma ha davvero cambiato la vita di queste donne. La Raiola ci dice che gli affari del suo bar di Staten Island, il "Drunken Monkey - La Scimmia Ubriaca", vanno a gonfie vele, sempre pieno di gente che vuole l'autografo e farsi la foto con lei. Tutte hanno un account su Twitter e tutte partecipano a serate nei club, da East Meadows a Long Island, da Norwalk nel Connecticut a Fort Lauderdale in Florida. La D'Avanzo ha fatto fino a mille ingressi in un club. La Graziano, che di tanto in tanto fa la stilista, si gode la neo conquistata celebrità partecipando ai party di contorno ai Grammy e alla Playboy Mansion. "Prima mi preoccupavo che tutti stessero bene. Oggi sono io la star".

C’è anche da dire che "Mob Wives" è il reality dove la realtà entra davvero. Metti quel giorno di inizio febbraio, mezzogiorno; nei Serena Studios, in centro, tutto pronto per le riprese di un episodio nel quale le nostre dovevano prendere lezioni di danza del ventre. La Rizzo, stivaloni Dior da dominatrice, parla sul suo BlackBerry, pronta. La Raiola racconta con la solita voce baritonale di quella volta che era andata con il nipote a Disney World. Le riprese erano in ritardo per colpa della Gravano. "Karen basta telefono, fatti microfonare" fa uno della troupe. Tutti fermi. Poi, a telecamere accese, la Gravano tira fuori una copia del Daily News, con un articolo sui parenti delle vittime di suo padre che vogliono rifarsi del danno sul libro che lei sta per mandare in stampa: è proibito dalla legge trarre profitto da attività criminali. Il titolone diceva a caratteri cubitali: "Dalla tomba gridano basta! Ai familiari delle vittime di Sammy the Bull il grano della figlia in TV". A fine riprese, la Gravano, la Rizzo e la Raiola si sono poi messe in fila per farsi intervistare da me, una alla volta (le altre dopo, per telefono).

A differenza della loro immagine sul set, le ragazze erano molto professionali, di quelle che sanno come ci si comporta con i media, gentili e attente a usare un linguaggio appropriato. Come si intuiva dal Daily News, la Gravano è il bersaglio preferito ("Quella che prende i colpi più forti" per dirla con le sue parole) di chi accusa queste donne di fare soldi su crimini efferati. Ma si tratta di colpe di suo padre, del quale lei stessa si sente vittima. Vestita semplicemente, pantaloni neri, top e stivali, la Gravano dice che la rifarebbe l’avventura della tv, nonostante tutto. "A volte mi pento di aver detto questo o fatto quello. Nel complesso però posso affermare di essere soddisfatta".
Tshirt e giacca a quadri di marca Theory, la Raiola è meno caricatura di quello che sembra nel programma; pare avere la capacità di parlare di qualsiasi cosa, come i baristi con gli avventori. ‘Non ho violato alcun codice di comportamento’ mi dice. E poi parla solo dello zio morto.
A un certo punto tira su la criniera di capelli per farmi veder un tatuaggio: "omertà" (in italiano) scritto con calligrafia molto femminile. "Mai parlerei di qualcosa che non si deve dire. Non voglio offendere nessuno".

Dal canto suo il programma parla di quello 'stile di vita' in maniera molto calibrata e si affida all'informazione pubblica quando si tratta di inserire il racconto di certi fatti criminosi, con ampio uso della parola "presunto". A sentire la Graziano "Mob Wives" non racconta niente di nuovo. "Ma di che società segreta parlano? Quella dell’infiltrato J.Edgar Hoover? O di quella di quando i Kennedy erano infiltrati?" chiede ridendo. "Non capisco cosa ci sia di così segreto?".
Il fatto stesso che il programma esista ha riportato l'attenzione dei media sulla mafia in declino, con articoli sui tabloid newyorkesi, su TMZ e su siti dedicati come gangland.com. E non solo, perché si è scoperto che Pagan, i cui intrighi amorosi con la ex moglie Renee Graziano sono ispirazione continua per trame e storie, è un informatore del governo, perché registrava tutte le conversazioni con l'ex suocero Anthony Graziano. E Graziano, appena uscito di galera, è un’altra volta dentro. Nonostante sia uno degli show di punta di VH1 - con fan imprevedibili, uno per tutti Kim Hastreiter, editore dell'influente rivista Paper, che la sera del tanto atteso ritorno della serie “Mad Men” ha twittato che "Mob Wives" è di molto meglio - non si sa ancora se ci sarà una terza serie (è stato annunciato però uno spin-off ambientato a Chicago, con un altro cast).

Chi sembrerebbe contento di una eventuale fine della serie è il signor Gravano, condannato a 20 anni per una storiaccia di droga. La Gravano ha ottenuto la libertà vigilata per aver preso parte alla stessa impresa. Sammy the Bull non è un fan, dice la figlia, apparentemente perché ancora leale a un sistema di caste mafioso per il quale chi è dentro, è dentro.
"Mi fa 'Ma perché mai stai in guerra con una che non è una dei nostri?'" racconta la Gravano  riguardo a una certa altra del cast. "Ma scusa, "Mob Wives - Donne di mafia" si intitola, no? Il marito di quella non è neanche un mafioso!"