Presentazione di Giuliano Montaldo

Dopo essere stato per lungo tempo un affezionato radioascoltatore di “Hollywood Party”, una sera sono stato invitato: ospite in diretta. Quella sera li ho conosciuti e vedendoli al lavoro ho capito che, oltre al talento, avevano una vera, grande passione per il cinema. Mi hanno invitato in trasmissione altre volte e sono diventato un loro amico. Poi – colpo di scena – sono stato promosso conduttore al loro fianco e mi sono ritrovato, un po’ timoroso, davanti al microfono. “Hollywood Party”, nei suoi vent’anni e passa di vita, ha creato molti modi di comunicare agli ascoltatori l’amore e la passione per il cinema, dai più colti ai più divertenti: come i quiz, che i conduttori inventano di giorno in giorno, o questo gioco nel quale ora mi ritrovo non più da conduttore, ma da cineasta. Il mio film “Sacco e Vanzetti” è nella classifica dei 100 film italiani più belli di tutti i tempi, votati dagli ascoltatori. È un onore. Ma soprattutto è un onore essere in tale e tanta compagnia.

Scorrendo l’elenco di questi 100 – anzi, 102 – film, incontro i nomi di tantissimi amici. Vedo, in testa alla classifica, “C’era una volta in America” di Sergio Leone, un collega con il quale ho condiviso moltissime avventure sin da quando, nel 1964, eravamo entrambi negli uffici della Jolly Film per preparare due nostri lavori. Il suo era “Per un pugno di dollari”, che pure appare in questo libro. Ricordo ancora il giorno in cui arrivai alla Jolly e sentii uscire, dalla stanza dei produttori Papi e Colombo, dei rumori assordanti: spari, urla, cavalli al galoppo. Pensai che stessero proiettando un western: invece era Sergio che raccontava “Per un pugno di dollari” ai futuri finanziatori, recitando tutte le battute e facendo, con la bocca, tutti i rumori…

Il gioco a cui hanno partecipato gli ascoltatori di “Hollywood Party” è sfociato in una bellissima foto di gruppo della quale sono felice di far parte. Certo, un paio di assenze sono dolorose… Sono contento e sorpreso che ci sia “Diario di un maestro”, di Vittorio De Seta. Sono contento che ci siano numerosi film con Totò, il principe dei “martiri della qualità”, un’espressione con la quale mi piace onorare tutti i registi e gli attori che hanno realizzato piccoli film di grandissimo successo, amati dal pubblico e snobbati dalla critica: grazie ai loro incassi noi “autori”, o presunti tali, abbiamo potuto fare i nostri film all’interno di un’industria che si basava proprio sulla coesistenza di film impegnati, grandi commedie e cinema commerciale. Sono contento di esserci, assieme a tanti altri: è stata ed è un’entusiasmante avventura, e questo libro ne racconta 100 – anzi, 102 – capitoli. Non sono tutti, ma sono tanti. E tutti belli.

Giuliano Montaldo