Con Tom Brosseau e il suo minilive negli studi di King Kong, sarà una puntata dedicata agli appassionati della chitarra acustica e del folk americano. Il cantautore del North Dakota, dallo stile pacato e la voce cristallina che infonde grazia ed eleganza ai canoni del folk country e del bluegrass, presenterà alcuni brani del suo nuovo album di inediti. Riascolta la puntata.
Il settimo disco del folksinger americano, a cinque anni di distanza dal precedente “Posthumous Success”, si intitola “Grass punk”, come quell’erba infestante che rovina ogni piantagione, riferendosi metaforicamente alle persone inadatte, ai reietti, agli emarginati, a tutti coloro che vengono esclusi perché considerati pericolosi come la gramigna.

Tom Brosseau proviene da una famiglia di musicisti e grandi appassionati di musica.  Il nonno e il bisnonno suonavano in una band locale, i Buck and the Buckiners, ma fu la nonna ad insegnargli i primi accordi sulla chitarra tra un compito e l’altro della scuola elementare. Attualmente Brosseau risiede a Los Angeles e conserva intatto lo spirito delle origini. "Le mie prime registrazioni musicali le ho fatte sul dittafono di famiglia. Cassette comprate a quattro soldi nei mercatini dell'usato – la colonna sonora di Batman, Beethoven, Enya - che provvedevo a sbloccare coprendo la targhetta del “write-protect” con del nastro adesivo. La mia idea di studio di registrazione non implica un ambiente controllato e dotato di tecnologia all’avanguardia, ma una camera da letto, un microfono Radio Shack e un registratore.." 

Un disco che racconta il vuoto, i falsi miti, il tradimento, la lealtà e la perseveranza. Si va da “Cradle your device”, ironico lamento di un amante sostituito da un touchscreen e amara riflessione sul ruolo della tecnologia che stravolge la nostra quotidianità a “I love to play guitar”, un atto d’amore verso lo strumento, un inno ad uno stile di vita, sincera e sentita dichiarazione d’intenti di un artista romanticamente fuori dal tempo.