Fuori orario

Dall'11 al 17 marzo 2018

In onda dall'11 al 17 marzo 2018

Domenica 11   marzo   2018                                 RAI3                 dalle  02.20 alle 06.00   (220') 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

 

presenta

 

A PROPOS DE NOS VOYAGES EN RUSSIE                prima visione TV

(Italia, 2016, b/n e col., 58')

Regia: Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi

Nella notte dedicata a Angela Ricci Lucchi, scomparsa nei giorni scorsi, Fuori Orario presenta in prima visione TV il film più recente di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, due dei più grandi cineasti italiani, che il programma ha seguito nel corso degli anni programmando la maggior parte dei loro film.

A propos de nos voyages en Russie è un'ulteriore tappa del lungo, straordinario lavoro che da anni i due cineasti hanno perseguito per rielaborare e tutti i materiali sulle avanguardie russe raccolti in anni di lavoro e incontri nel corso dei loro viaggi, fino a formare una grande costellazione che è stata presentata recentemente sotto forma di installazione a Kassel e Rotterdam.

La Russia, la sua cultura e i suoi conflitti, gli anni Venti e Trenta le avanguardie artistiche perseguitate dal potere. Gianikian e Ricci Lucchi ci aprono il prezioso laboratorio della loro creazione: vecchie pellicole, fotografie dell’era zarista, della rivoluzione russa e degli anni a seguire, gli acquerelli di Angela Ricci Lucchi, commenti, testi (Cechov, Anna Achmatova, Nina Berberova, Tolstoj, Slovskij, Puskin, Mandel’stam), fiabe per bambini E poi le figure incontrate nei loro viaggi in Russia, “archivi viventi” ai quali i due cineasti vogliono restituire presenza e voce. Scopriamo così i materiali che nutrono il loro nuovo  film, in preparazione, Nos voyages en Russie, che fanno di questo, come  indica il suffisso del titolo, “A propos de”, “A proposito di” una sorta di catalogo. A poco a poco però questi appunti acquistano una dimensione autonoma che  racchiude  un universo poetico: la sfera intima degli artisti.

(Dal catalogo FilmMakerFest, 2016)

 

 

FRAMMENTI ELETTRICI  N. 1 – ROM

(Italia, 2001, col., 13’)

Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi

FRAMMENTI ELETTRICI N. 2 – VIETNAM

(Italia, 2002, col., 9’)

Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi

FRAMMENTI ELETTRICI N. 3 – CORPI

(Italia, 2002, col., 10’)

Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi

I primi tre titoli della serie “Frammenti elettrici” – nella quale Gianikian e Ricci Lucchi lavorano su materiali amatoriali in formato ridotto ritrovati.  ROM: Zingari in Italia. Anni ’40. Emigrazione di una famiglia su un carro tirato da un cavallo. La camera 8 mm crea un ritratto delicato, “Ospitale”. Attitudini “modello” del gruppo familiare che ospita gli zingari. VIETNAM. Vietnam francese. Primi anni cinquanta. Film di caserma coloniale. Aspetti della città sotto occupazione, percosri a piedi, in bicicletta. Erotismi…su formato ridotto. CORPI. Voyeurismo amatoriale in epoca pre-televisiva, in casa. Il vedere e girare film privati.

 

FRAMMENTI ELETTRICI N. 4 – ASIA
(Italia, 2005, col., 32’22”)

FRAMMENTI ELETTRICI N. 5 – AFRICA
(Italia, 2005, col., 29’46”’)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi

Nei numeri 4 e 5 della serie “Frammenti elettrici” gli autori esaminano incontro con l’Altro. Gianikian e Ricci Lucchi ripercorrono continenti e popolazioni attraverso film  di privati che viaggiano in Asia e Africa nei primi anni ‘70. Un lavoro per smontare le propagande folcloristiche dello “sviluppo” del turismo in paesi che subiscono devastazioni, guerre, massacri.

 

FRAMMENTI ELETTRICI N. 6 - DIARIO 1989. DANCING IN THE DARK  

(Italia 2009, col., 60'21”)

Regia: Yervent Gianikian e Angela Ricci Lucchi

Il film più recente della serie “Frammenti elettrici”, in prima visione tv.  Gianikian e Ricci Lucchi  recuperano e lavorano le immagini che avevano girato vent’anni fa, rubate nelle varie feste dell’Unità, tra l’Emilia e la Romagna, alla vigilia della caduta del muro di Berlino.

 

 

 

Venerdì 16  marzo   2018                                 RAI3                 dalle 01.45 alle 6.00  (255’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

 

presenta

 

CRONACA FAMIGLIARE INFINITA

(1)

 

 

a cura di Lorenzo Esposito e Simona Fina

 

con i film

 

 

THE LITTLE HOUSE

(Chiisai Ouchi, Giappone, 2014, col., v. o. sott. it., dur.120’59”)     PRIMA VISIONE TV 

Regia: Yoji Yamada

Tratto dal romanzo omonimo di: Koko Nakajima (vincitore del premio Naoki)

Sceneggiatura: Yōji Yamada e Emiko Hiramatsu 

Con: Haru Kuroki (Taki da giovane), Chieko Baishō (Taki da anziana), Takarô Kotaoka (Mr. Masaki), Takako Matsuo (Tokiko, moglie di Mr Masaki), Hidetaka Yoshioka (Mr. Itakura), Satoshi Tsumabuki (Takeshi, nipote di Taki) 

Taki, un’anziana domestica a riposo, scrive le sue memorie (l’interpretazione di Haru Kuroki riceve l’Orso d’argento come migliore attrice alla 64esima edizione della Berlinale). Dal 1936, durante gli anni della guerra del Giappone con la Cina e fino alla Seconda Guerra Mondiale, Taki serve nella casa della famiglia Hirai. Qui aiuterà Tokiko, la bellissima moglie di un produttore di giocattoli, a curare il cagionevole figlio di cinque anni Ryochi. E vedrà sbocciare, fino alla drammatica conclusione, l’amore impossibile fra Tokiko e un giovane impiegato del marito. I bombardamenti porteranno via tutto. Tratto dal romanzo omonimo di Kyoko Nakajima, è un capolavoro melò fra Ozu e Miyazaki (The Wind Rises).

 

IL RAGAZZO DI JINCHENG    

(Hometown Boy, Taiwan, 2011, col., v. o. sott.it., 68’42”)

Regia: Yao Hung-i

Questo documentario parla di un famoso pittore taiwanese, Liu Xiaodong. Egli ha lasciato il suo paese natale a 17 anni. Trent’anni dopo, ha deciso di ritornare a casa e di dipingere la sua famiglia, i suoi amici, e la sua città natale che oggi è cambiata molto. Questo documentario racconta il misterioso e incredibile processo della pittura di Liu dalle tele vuote fino all’abbondanza nel contenuto e nella forma. Il film Hometown Boy spera di documentare questo processo dalla prospettiva di Liu Xiaodong e di comprendere la sua pratica artistica da questa distanza profonda.

 

 

Sabato 17 marzo   2018                                 RAI3                 dalle  02.00 alle 06.00   (240’')   

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

CRONACA FAMIGLIARE INFINITA

(2)

 

 

A cura di Lorenzo Esposito e Simona Fina

 

con i film

 

KYOTO STORY                                                                                                

(Kyoto Uzumasa Monogatari, Giappone, 2010, col., dur.87’55”, v.o.sott. it.,)  PRIMA VISIONE TV

Regia: Yoji Yamada, Tsutomu Abe

Soggetto: Yoji Yamada

Sceneggiatura: Tomoaki Sasae

Con: Hana Ebise (Kyoko), Yoshihiro Usami (Kota), Sôtarô Tanaka (Enoki), Mai Nishida, Min Tanaka, Rei Dan (voce narrante)

Gli amori giovanili di una ragazza e la vita quotidiana del famoso quartiere di Kyoto cresciuto attorno ai leggendari studi cinematografici della Shochiku. Raffinata incursione nell’illusione del documentario, diventa per Yamada l’occasione per un nuovo scavo verticale nella storia dell’immagine in Giappone e una riflessione teneramente implacabile sul rapporto tra destino e responsabilità. Tsutomu Aba, qui co-regista, è assistente di lunga data di Yamada. Presentato al Festival di Berlino edizione 60 nella sezione Forum.

 

CORPO A CORPO                             

(Cuerpo a cuerpo, Spagna, 1977-78, col., 90’07”,  v.o. sott. it.,)

Regia, montaggio, produzione : PaulinoViota

Sceneggiatura: Javier Vega, PaulinoViota

Con: Alicia Sánchez, Santiago Ramos, Alfredo Mayo  Guadalupe G. Güemes, Victor Petit

Una prima parte di Cuerpo a cuerpo si svolge a Santander, in estate. Durante un  funerale alcuni amici si ritrovano e si separano. Eugenio trascorre la giornata con Pilar, una cugina più giovane, e con Ana, una ragazza indipendente che rifiuta una relazione troppo stretta col suo compagno, Miguel, che abita a Madrid. Nella seconda parte, a Madrid in inverno, ritroviamo Eugenio che è fuggito dalla provincia, non diversamente da Mercedes, la vedova;  ritroviamo anche Ana e Pilar, tornata a vivere con il suo ex compagno Jorge. Tra tutti questi personaggi si intessono e si disfano relazioni ed  avventure: si amano, si mentono, si separano, ognuno interpreta la sua parte in un “corpo a corpo” che è anche deriva esistenziale e  passaggio del tempo (Il film riprende frammenti del precedente  Fin de un invierno dove già compariva il personaggio di Mercedes). Frutto anche della visione dei film Renoir e del lavoro della Escuela de Arte Dramatica, diretta da Antonio Malonda, il film nasce dal lavoro con gli attori, chiamati a “scrivere” la loro parte attraverso un lavoro di improvvisazione. “In Cuerpo a cuerpo decisi di fare un esperimento: lavorare come si fa talvolta in teatro, a partire da improvvisazioni con gli attori, ma in questo caso senza un copione prestabilito, in modo che fosse l’improvvisazione a creare i personaggi, la sceneggiatura e tutto il film. Le improvvisazioni venivano registrate in cassette audio, alla fine trascrivemmo tutto il materiale, 500 pagine, e lo trasformai in una sceneggiatura di 50 pagine, montando le parti che mi sembrava si combinassero meglio”. (Paulino Viota)  

 

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