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copertina Rai Storia ripropone "Il caso Mattei"
CINEMA E TV

Rai Storia ripropone "Il caso Mattei"

In una delle ultime sequenze di Il caso Mattei (Rai Storia sabato 5 febbraio ore 17.00, disponibile su RaiPlay), Enrico Mattei, interpretato da Gian Maria Volonté, indicando la luna, si domanda: “Chissà se c’è il petrolio lassù?”. Per Mattei, presidente dell’ENI, il petrolio e le fonti energetiche erano la sua “ossessione”, l’obiettivo era lo sviluppo del nostro paese da conseguire nella maniera più autonoma possibile, un progetto che si arrestò tragicamente a Bascapè, non lontano da Pavia, la notte del 27 ottobre 1962, quando un piccolo aereo dell’ENI precipitò con a bordo Mattei, il giornalista americano William McHale e il pilota Irnerio Bertuzzi

Prodotto nel 1972 da Franco Cristaldi, diretto da Francesco Rosi, Il caso Mattei è scritto dallo stesso regista insieme a Tonino Guerra con la collaborazione di Nerio Minuzzo, Tito De Stefano e quella dei non accreditati Fulvio Bellini e Alessandro Previdi, questi ultimi presenti con un cameo. Raccontare i retroscena del film significa anche ricordare la figura di Mattei e la sua drammatica fine sulla quale da sessant’anni si sono cimentati vari giornalisti e storici. “Di una cosa oggi siamo certi, l’aereo di Mattei è stato oggetto di un attentato che lo ha mandato in tilt poco prima che atterrasse a Linate, provocandone la caduta”: nell’affermare questo Paolo Morando cita la sentenza del magistrato Vincenzo Calia che ha dimostrato la presenza di esplosivo sui rottami dell’aereo, sull’orologio di Mattei e sui resti delle salme. Morando, giornalista e saggista, ha recentemente dato alle stampe un libro dedicato a Eugenio Cefis, successore di Mattei all’ENI e protagonista, suo malgrado, di teorie e teoremi su alcuni grandi misteri che hanno attraversato i nostri anni Sessanta e Settanta: un saggio, quello di Morando, da cui nessuno può prescindere nel caso voglia studiare la figura dei due leader dell’ENI.

Rosi aveva conosciuto Mattei e chi ha conosciuto bene Rosi è Furio Colombo, dirigente Rai, giornalista, scrittore, politico e manager di Fiat e Olivetti: “Io e Francesco eravamo vicini di casa, porta a porta”, ricorda divertito Colombo, precisando che la loro amicizia era nata nel 1963 a New York quando Colombo, con un lavoro di public relation, aveva promosso importanti relazioni diplomatiche per Luchino Visconti impegnato nella presentazione di Il Gattopardo, accompagnato in questo proprio da Rosi.

Pochi mesi dopo Colombo volò a Venezia per sostenere Le mani sulla città, capolavoro di Rosi, oggetto di reazioni controverse che però non impedirono al film di vincere il Leone d’Oro: il gesto di Colombo cementò per sempre l’amicizia fra i due. “Per la mia generazione - continua Colombo - Mattei rappresentava lo sviluppo industriale, da non confondere con quello economico”: l’ammirazione di Colombo e quella di molti suoi amici, primo fra tutti Umberto Eco, superava quella che si poteva avere per qualsiasi esponente della politica italiana di solito più intento, secondo Colombo, a mantenere lo status quo che frenava la crescita del paese. “Durante i nostri viaggi in macchina – chiosa ancora Colombo – Umberto mi spingeva a fare rifornimento solo nei distributori Agip”.

Oltre a Volonté, del cast di Il caso Mattei citiamo Franco Graziosi e Camillo Milli, quest’ultimo scomparso lo scorso 20 gennaio, ai quali si aggiungono le inusuali presenze di Luigi Squarzina, Ugo Zatterin, Arrigo Benedetti e Ferruccio Parri, quest’ultimo in un’intervista di repertorio. Per il ruolo dell’interprete personale di Mattei, Rosi chiama Colombo, il quale ricorda che la sequenza in cui lui, Volonté e il rappresentante delle compagnie petrolifere, fu preparata presso l’Hotel Eden di Roma sede della produzione allestita da Cristaldi; per gli esterni, invece, la troupe si trasferì all’Hotel de Paris di Montecarlo.

Sulla morte di Mattei Colombo condivide i convincimenti che Rosi esprime nel suo film e nelle interviste successive in cui il regista napoletano sottolineava che la concatenazione dei fatti raccontati lasciava ampio spazio all’ipotesi del delitto, aggiungendo che, se non fosse deceduto a Bascapè, Mattei sarebbe stato ucciso poco dopo altrove, una morte che sarebbe arrivata comunque al momento giusto. Nell’elencare i meriti di Il caso Mattei Colombo si sofferma sulla cura di Rosi a non seguire fuorvianti ipotesi di complotto, con il merito di aver riacceso i riflettori sulla morte del presidente dell’ENI; per tutti gli anni Sessanta quella vicenda sembrava archiviata per sempre anche grazie alla commissione d’inchiesta voluta dall’allora Ministro della Difesa Giulio Andreotti e composta da molti ufficiali dell’Aereonautica, che aveva archiviato il caso come un normale incidente di volo.

Per preparare il film Rosi aveva chiesto la consulenza del giornalista Mauro De Mauro, che rimase vittima a Palermo della cosiddetta “lupara bianca” nel settembre 1970 poco dopo che Rosi aveva iniziato a scrivere la sceneggiatura. Una sparizione, quella di De Mauro, sulla quale Rosi si era interrogato ricordando che il giornalista aveva interrotto improvvisamente le sue ricerche rinunciando all’incarico: aveva forse scoperto qualcosa di clamoroso sull’ultimo viaggio di Mattei in Sicilia? Come tanti misteri d’Italia, anche quello della morte di Mattei è stato fatto oggetto di ipotesi di ogni tipo spesso infarcite da risibili casualità come, ad esempio, il legame fra la scomparsa di De Mauro con il tentato golpe Borghese di tre mesi dopo e il matrimonio di Margherita Paulas, vedova Mattei, con il generale dell’aereonautica Giuseppe Casero che aveva guidato la commissione d’inchiesta di Andreotti: la notte del golpe Casero era al fianco di Junio Valerio Borghese. Sui possibili responsabili della morte di Mattei Paolo Morando usa il rasoio di Occam per escludere l’OAS (organizzazione terrorista francese che si opponeva all’indipendenza dell’Algeria), la corrente della Democrazia Cristiana avversa alla politica energetica di Mattei (i funerali del presidente dell’ENI si svolsero presso la Chiesa del Gesù, accanto alla sede storica della DC) e le celebri “sette sorelle”, cioè le compagnie petrolifere più potenti del mondo, rimane in piedi la pista transalpina: “Il movente francese – dice – è il più forte di tutti”. In quella fine del 1962 Mattei era atteso ad Algeri per convincere le istituzioni locali a dare il consenso allo sfruttamento del loro petrolio, un’intesa che avrebbe spinto le autorità magrebine a disattendere gli accordi stipulati con il governo francese nei primi mesi di quell’anno. La preparazione dell’attentato potrebbe essere stata opera di André Thoulouze, addetto militare presso l’ambasciata francese a Roma e uomo di fiducia di Charles De Gaulle. Fra le risibili casualità di questa storia si può includere anche quella che vede Thoulouze vivere a Roma in una casa di via Gregoriana, la stessa via dove gli inconsapevoli Rosi e Colombo avevano i loro appartamenti porta a porta. 

CLIP
https://www.youtube.com/watch?v=dpKyE1BGfEw


Il caso Mattei di Francesco Rosi – 1972 – 105’
Con Gian Maria Volonté, Edda Ferronao, Franco Graziosi, Peter Baldwin 

Terminata la Seconda Guerra Mondiale, l’ingegner Enrico Mattei (Volonté), ex partigiano, riceve il compito di guidare l’ente petrolifero Agip con l’obiettivo di metterlo in liquidazione; Mattei decide invece di fare dell’Agip un’azienda leader del settore energetico. Col passare degli anni Mattei diventa il manager di Stato più potente d’Italia, a lui anche ministri importanti come quello delle Partecipazioni Statali (Graziosi) devono rendergli conto. Un personaggio come Mattei non può non crearsi inimicizie e feroci critiche, sia in patria che all’estero, a cominciare dagli Stati Uniti dove il Time lo attacca più volte e invia in Italia il suo reporter William McHale (Baldwin) per un’intervista a Mattei impegnato in un viaggio in Sicilia. Al momento di tornare a Milano McHale accetta un passaggio sul piccolo aereo di Mattei. Poco prima di atterrare il Morane-Saulnier precipita al suolo provocando la morte del pilota, di McHale e dello stesso Mattei, quella sera atteso da sua moglie Margherita Paulas (Ferronao), meglio conosciuta come Greta.

Produzione Vides/Vides Verona, distribuzione C.I.C. Uscita cinema 26 gennaio 1972, prima tv Rai secondo canale 17 dicembre 1975, presentazione di Claudio G. Fava. Palma d’Oro ex equo con La classe operaia va in paradiso e Menzione Speciale a Gian Maria Volonté al Festival di Cannes 1972.

FONTI
imdb.com
Radio Corriere Tv n. 51 14/20 dicembre 1975
Michel Ciment Dossier Rosi, Il Castoro 2008
Paolo Morando Eugenio Cefis, Laterza 2021
Conversazione con Furio Colombo, 11 gennaio 2022 
Conversazione con Paolo Morando, 17 gennaio 2022

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