25 novembre - 1° dicembre 2023

Settegiorni

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VALORE RAI

Le parole violente

Ogni anno il 25 novembre ci ricorda quanto cammino ancora ci sia da fare nell’ambito di una cultura di parità e rispetto tra generi in Italia. Ogni anno le cronache ci obbligano a un nuovo conteggio di femminicidi e violenza maschile sulle donne e ogni anno sconforto e stupore per questa persistenza si rinnovano. Dobbiamo fare di più. L’idea della donna come fragile oggetto di desiderio e di possesso deve sparire.

La Rai è da tempo impegnata su questo tema dal contratto di servizio e ora anche dalla Policy di genere che è legge aziendale. E sempre più in Rai sentiamo questa come nostra precisa responsabilità e lo testimoniano le panchine rosse inaugurate quest’anno in ben undici sedi Rai di tutta Italia. Verranno installate sabato 25 novembre nelle sedi regionali di Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle D’Aosta. Si aggiungono a quelle che dal 2016, su iniziativa della CPO, sono state create prima a Torino, l’anno scorso a Bolzano.

Sono panchine che testimoniano di un lavoro fatto insieme al territorio, con gli artisti, le scuole, le istituzioni. Ognuna con la propria storia, tutte insieme a dichiarare la necessità di impegnarsi di più, come servizio pubblico, per contrastare la cultura di violenza maschile nel nostro Paese. Una cultura, pericolosa per la nostra società, che si esprime attraverso possesso e controllo e che non tollera la libertà delle donne. Lo raccontano purtroppo le cronache di questi giorni e lo racconta anche lo spot Rai: spesso la violenza maschile si esprime in famiglia, nella coppia.

A questo impegno si aggiunge quello assunto dall’Azienda di un utilizzo corretto del linguaggio, come si ribadisce anche nello spot, e di raccontare queste terribili storie nel modo più corretto ed utile a rappresentare le radici reali del problema: a porre al centro del dibattito i carnefici, i molestatori, la loro vita, le loro debolezze, la povertà delle loro relazioni, l’inadeguatezza della loro educazione. Perché è questo, non la storia delle vittime, che va indagato per comprendere e contrastare la violenza. E con questo le fragilità della nostra società.

Di questo racconto, tutte e tutti noi, ci faremo garanti.

La Cpo Rai e la Cpo UsigRai

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