20-26 maggio 2023

Settegiorni

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PER NON DIMENTICARE

La notte delle bombe

Non si tratta solo di memoria ma di comprensione e informazione sull’evento terroristico mafioso eversivo più grave del dopoguerra: dal 1992 al 1994 Cosa Nostra consumò ben nove stragi, 21 vittime e centinaia di feriti.

Lo Speciale Tg1La notte delle bombe’ in onda il 21 maggio su Rai 1 a mezzanotte punta i riflettori sul trentennale delle stragi del '93, così poco ricordate e poco conosciute. La mafia sferrò l’attacco al cuore dello Stato, il più violento, il più destabilizzante, tale da far dire all’allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi di avere temuto un colpo di stato.

Ho intervistato le vittime, i familiari di chi è stato ucciso o è rimasto invalido, i testimoni dell’epoca. Dalla bomba di via Fauro a Roma il 14 maggio del 1993 per uccidere il giornalista Maurizio Costanzo, a via dei Georgofili a Firenze tredici giorni più tardi, fino al 27 luglio in via Palestro a Milano e contemporaneamente a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro, Cosa Nostra provò a capovolgere le sorti democratiche dell’Italia, puntando al cuore dello Stato fino a tentare di distruggerne il patrimonio storico-artistico-culturale con miliardi di danni. Ho intervistato il Procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, titolare delle indagini sui mandanti esterni delle stragi del 93, il magistrato Sergio Lari, ex Procuratore di Caltanissetta, per ripercorrere la strategia stragista mafiosa alla luce delle sentenze definitive. Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, fu tra gli investigatori che nel 93 collaborarono coi magistrati fiorentini Gabriele Chelazzi e Pierluigi Vigna, titolari dell’inchiesta, fino alle condanne di boss e gregari. “Con le bombe del ‘93 - testimonia il Prefetto Messina - i boss tentarono di fermare la legislazione antimafia e il 41 bis, il carcere duro”.

Immaginate che nel 1993 - all’indomani delle stragi che assassinarono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e otto agenti di polizia di scorta - un camion con mille chili di esplosivo partì da Palermo nel 1993 e attraversò indisturbato l’Italia, con al volante il mafioso Pietro Carra che trasportò il carico fino a Roma, Firenze e Milano. Tante le domande dell’inchiesta che ho curato: quale fu il ruolo dei protagonisti principali delle stragi, i boss Matteo Messina Denaro e i fratelli Graviano, oggi in carcere al 41 bis? Rimangono i custodi dei segreti dell’organizzazione mafiosa. E proprio a Matteo Messina Denaro, rivolge l’appello accorato il padre di una ragazza rimasta invalida per le bombe: ”Fai un gesto di bontà, ti manca poco da vivere, dì la verità sulle stragi del ‘93”.

Chi suggerì a Cosa Nostra di colpire gli Uffizi e la Galleria di Arte Moderna di Milano? E furono due le stragi sfiorate nel 1994: allo stadio Olimpico con 65 chili di esplosivo dovevano essere uccisi cinquanta carabinieri e a Formello il pentito Totuccio Contorno. Le telecamere di Speciale Tg1 hanno documentato la ricostruzione certosina del patrimonio storico-artistico: dalla Galleria degli Uffizi a Firenze alla Galleria di Arte contemporanea a Milano, furono recuperati anche i millesimi delle particelle di tele del seicento e delle statue di pregio. Le interviste al Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, all’ex Direttrice Petrioli Tofani, alla Dirigente del GAM di Milano Paola Zatti testimoniano oltre vent’anni di restauri mai conclusi definitivamente, ma alcune tele del seicento sono andate perdute per sempre. Un viaggio-inchiesta che ha documentato anche i luoghi in Sicilia dove i boss stragisti si riunirono e decisero la strategia di attacco allo Stato. Dieci le vittime e centinaia di feriti per le stragi del 93. L’autobomba uccise a Firenze la famiglia Nencioni, mamma Angela, custode dell’Accademia dei Georgofili, papà Fabrizio, vigile urbano, Nadia 9 anni, Caterina, solo 50 giorni, e lo studente di architettura Dario Capolicchio, 22 anni. A Milano tre i vigili del fuoco uccisi, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, l’agente della polizia municipale Alessandro Ferrari, che col loro intervento salvarono i cittadini, e un immigrato, Driss Moussafir, che morì per l’esplosione mentre dormiva su una panchina.

Ripercorrere le tappe drammatiche delle stragi di mafia, per il Servizio Pubblico, vuol dire fare rivivere quel periodo storico che non potrà mai essere cancellato e illuminare i buchi neri ancora oggi rimasti senza risposta.

Speciale Tg1 “La notte delle bombe”, di Maria Grazia Mazzola, montaggio Valentina Fravili, ricerche Giorgia Nobile, progetto grafico Antonio Inglese.

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