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Europei di calcio, trionfano anche gli ascolti. Boom per la finale su Rai 1, molto bene RaiPlay
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L’Italia unita assieme alla Rai per seguire il trionfo calcistico di Wembley. I 18 milioni e 172mila spettatori di Italia-Inghilterra, con oltre 27 milioni di contatti unici e uno share del 73,7%, sono infatti solo la punta dell’iceberg di un torneo che ha fatto registrare su Rai 1, che ha trasmesso tutte e sette le partite della Nazionale, numeri imponenti: una media di 14 milioni e 881mila spettatori (62,6% di share), che sale a 15 milioni e 336mila - share 63% - considerando i sei match in prime time (Italia-Galles, ultima partita del girone di qualificazione, si era giocata alle 18). Si tratta del miglior risultato degli ultimi tre grandi eventi sportivi con l’Italia del calcio protagonista (Mondiali 2014, Europei 2016, Euro 2020), e della terza partita della Nazionale più vista degli ultimi dieci anni.
Tutta la rassegna continentale di quest’anno è stata particolarmente apprezzata sul Servizio Pubblico: la media dei telespettatori che hanno seguito le 27 partite trasmesse su Rai 1 sfiora gli 8 milioni (7 milioni e 960mila, share del 40,3%). Un gradimento che ha coinvolto anche le due trasmissioni dedicate ad Euro 2020, curate da Rai Sport: Notti Europee, in onda su Rai 1 ogni sera dopo le partite, è stata vista in media da 1 milione e 238mila spettatori, con uno share del 14,2%, mentre sono stati 792mila (5,5%) coloro che hanno apprezzato le interviste e i servizi di Dribbling, in onda su Rai 2 dalle 13 alle 14.
Rispetto al passato, la Rai ha intercettato un pubblico su cui non poteva contare negli anni precedenti. Europei da record, infatti, anche su RaiPlay. Il format originale Europei a casa The Jackal è stato tra i contenuti più visti per tutta la durata della competizione, con quasi un milione di visualizzazioni in diretta e una crescita costante che ha visto la finale ottenere più di 185 mila visualizzazioni. Numeri a cui va aggiunto il consumo on demand che vale 1,4 milioni di visualizzazioni.
Tutta l’offerta digitale ha dimostrato la capacità della piattaforma OTT della Rai di valorizzare e integrare la proposta televisiva. Le 27 partite trasmesse hanno ottenuto oltre 23 milioni di visualizzazioni in diretta (Auditel online), con una crescita costante che ha raggiunto per la finalissima con l’Inghilterra 3,2 milioni di visualizzazioni e una media di 484mila device collegati.
Ma non finisce qui, perché al successo dell’offerta in diretta va aggiunto quello del consumo on demand, che vale 9,4 milioni di visualizzazioni e oltre 670mila di ore di visione, con risultati ottimi come quelli di Sogno Azzurro, la docu-serie dal titolo profetico che ha raccontato il cammino pre-Europeo della Nazionale e che ha ottenuto oltre 320 mila visualizzazioni.
Una docu-serie che, a torneo vinto, ha fatto ai tifosi un ultimo regalo: giovedì 15, subito dopo il Tg1 delle 20, è andato in onda Sogno Azzurro, la strada per Wembley, il film inedito che ha raccontato, attraverso immagini mai viste, come l’Italia è diventata Campione d’Europa, ripercorrendo la cavalcata vittoriosa degli Azzurri di Mancini, dalla partita d’esordio fino alla finale contro l’Inghilterra. L’offerta è stata molto apprezzata dal pubblico, mettendo a segno un ottimo ascolto: gli spettatori sono stati ben 4.133.000, per uno share del 21.2%.
na troupe ha vissuto per un mese insieme agli Azzurri, per portare gli spettatori dentro la vita dei calciatori e di tutti i componenti dello staff, tra allenamenti, partite, viaggi e festeggiamenti. Un’avventura raccontata attraverso le voci dei protagonisti, che hanno confidato alle telecamere sogni, gioie, dolori e speranze.
“Sogno Azzurro, la strada per Wembley - ha detto Pierluigi Colantoni, direttore Sviluppo Nuovi Formati Rai - è il completamento di un progetto iniziato un anno fa insieme alla Figc, per raccontare l’avvicinamento della Nazionale agli Europei attraverso le 4 puntate di Sogno Azzurro, andate in onda nei giorni immediatamente precedenti all’Europeo, portando in una delle fasce orarie più importanti della prima rete generalista il nuovo linguaggio televisivo della docu-serie.”
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