31 ottobre - 6 novembre 2020
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Un nuovo Maxxi a L'Aquila. L'arte sa medicare le ferite di una citta'
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Palazzo Ardinghelli, un magnifico esempio di architettura barocca nel cuore de L’Aquila. Uno dei simboli di una città destinata, a cadenze secolari, a crollare e rinascere dalle proprie macerie: ridisegnandosi ogni volta il profilo, secondo lo spirito dell’epoca, imbevendosi di tracce di medio evo, rinascimento e barocco. Ora guarda al futuro, perché proprio Palazzo Ardinghelli ospiterà il nuovo MAXXI L'Aquila, sede distaccata del MAXXI - Museo delle Arti del XXI secolo. E dal 6 all’8 novembre, in occasione dell’inaugurazione, la Rai sarà presente proponendo un estratto di MAXXI L'Aquila, scritto da Silvia De Felice e Giuseppe Sansonna che firma anche la regia, per il programma di Rai Cultura Art Night, in onda venerdì 13 novembre in prima serata su Rai5. Un appuntamento speciale, dedicato a una delle più importanti realtà dell’arte contemporanea in Italia e realizzato nell’ambito della media partnership Rai Cultura - MAXXI.
La puntata si apre con Alessio Aversa dalla sede del MAXXI Roma per poi tornare alla storia di Palazzo Ardinghelli e al suo futuro. La sua base medievale nasce dopo il terremoto trecentesco, mentre la sua forma barocca è germogliata dalle macerie del terremoto del 1703. E oggi, medicate le ferite dell’ultimo sisma, il palazzo si appresta a diventare un polo dell’arte su scala planetaria, seguendo una tradizione che da sempre ha visto L’Aquila attirare e lasciato germogliare in sé esperienze artistiche di alto livello. Tra Cinquecento e Settecento veniva definita la piccola Arcadia, meta dei grandi pittori della scuola napoletana. Negli ultimi decenni del Novecento, invece, venne chiamata il Parnaso, perché l’Accademia di Belle Arti locale e il teatro cittadino diventarono un polo attrattivo per artisti e teatranti del calibro di Piero Sadun, Joseph Beuys, Carmelo Bene, Sylvano Bussotti, Gino Marotta, Gigi Proietti, Alida Valli, Antonio Calenda e tantissimi altri. Il grande pittore aquilano Marcello Mariani, apprezzato in tutto il mondo, era inseparabile dalla sua città, da lui ribattezzata la piccola Salisburgo.
Dopo il terremoto del 2009, seppe rivitalizzare le macerie, trasformandole in opere, in preziosi frammenti di memoria. Testimoniando che l’arte, attraverso la bellezza, può medicare con amore le ferite di una città martoriata. Un principio condiviso dal progetto Off Site Art, nato per convocare gli artisti di tutto il mondo a coprire con grandi opere le impalcature della ricostruzione. La nascita del Maxxi a L’Aquila apre un nuovo capitolo, confermando la secolare vocazione artistica della città, e proiettandola verso un futuro internazionale.
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