11 - 17 febbraio 2023

Settegiorni

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Un attimo ancora

Sarà stato un compito arduo quello di Manuela Cacciamani e Nicola Conversa nel decidere il titolo di “Pooh – Un attimo ancora(Rai 1 mercoledì 15 febbraio ore 21.20, disponibile su RaiPlay), prodotto dalla prima e diretto dal secondo. Arduo perché le canzoni dei Pooh sono tante e non poche sono quelle che, già dai titoli, possono contenere le giuste suggestioni che avrebbero potuto essere adattate a questo bel documentario frutto della coproduzione fra One More Pictures e Toed Film, in collaborazione con Tamata e Rai Documentari. “Notte a sorpresa”, “Chi fermerà la musica”, “Per quelli come noi”: si potrebbe continuare per ore, e nella lunga discografia dei Pooh ciascuno di noi troverebbe una sorta di slogan che spiegherebbe anche la passione che c’è verso questo straordinario gruppo pop. Gli autori, in questo caso, hanno optato per un passaggio tratto da “Dammi solo un minuto”, hit che i Pooh hanno portato al successo nel 1977.

Soggetto di Cacciamani e Stefania Casini, sceneggiatura di Conversa e della stessa Cacciamani, “Pooh – Un attimo ancora” ripercorre la storia del gruppo iniziata nel febbraio del 1966 con la formazione originale durata lo spazio di due mesi, quando Roby Facchinetti entrò nella band con il ruolo di tastierista per restarci fino alla fine. “Pooh – Un attimo ancora” alterna la fiction con il classico stile del documentario fatto di interviste, foto e immagini di repertorio come quelle di alcuni genitori dei musicisti e dei musicisti stessi, ritratti da bambini. Per la fiction c’è la storia di Greta, qui interpretata dalla celebre attrice, conduttrice tv e influencer Mariasole Pollio, una ragazza di venti anni, figlia di genitori separati, che sogna di diventare regista e come primo lavoro decide di girare un documentario sui Pooh partendo dalla vicenda di Olivia e Augusto, rispettivamente Elisabetta De Palo e Antonello Fassari, due settantenni conosciutesi molti anni prima durante un concerto della band. Per i Pooh a parlare ci sono tutti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Facchinetti, insieme a Riccardo Fogli e anche a Stefano D’Orazio del quale Conversa inserisce dichiarazioni e immagini regalandoci così l’illusione, dal sapore dolceamaro, che il bravo e sfortunato batterista, ultimo arrivato nel gruppo, sia ancora fra noi.

A raccontare quella che somiglia a una favola non ci sono soltanto i cinque musicisti (curioso che abbiano origini diverse, da Roma a Treviso passando per Pisa, Bologna e Milano), ma anche i loro collaboratori e familiari più stretti. Fra i primi impossibile non citare almeno Giancarlo Lucariello, produttore artistico per quasi tutti gli anni Settanta, Renato Cantele ingegnere del suono dalla fine dei Settanta in poi, e Fio Zanotti arrangiatore, compositore e produttore. Per i familiari Chiara Canzian, Alessandra, Francesco e Giulia Facchinetti, Daniele e Sofia Battaglia.

Sono naturalmente molte le curiosità che, forse, solo gli aficionados dei Pooh conoscono bene, come ad esempio la sfida che il gruppo lanciò contro la critica giusto cinquant’anni fa con la pubblicazione di “Parsifal”, album controverso per la loro storia, essendo realizzato nel cosiddetto stile progressive, il genere musicale che nei primi anni Settanta si era affermato in Italia grazie a Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso, Area, Premiata Forneria Marconi e in tutto il mondo con Genesis, Yes, King Crimson, Emerson, Lake & Palmer; un genere, il prog, lontanissimo dal tipico pop dei Pooh.

Non sono mancate nemmeno la canzone di protesta, né la censura, che nel caso dei Pooh si identifica nel brano “Brennero ‘66” che fa parte dell’album di debutto “Per quelli come noi” pubblicato appunto nel 1966, una canzone che narra la vicenda di un soldato italiano rimasto ucciso sulle Alpi durante la lotta al terrorismo altoatesino che, nella sua attività iniziata intorno alla metà degli anni Cinquanta e proseguita per circa trent’anni, ha causato più di venti morti, la maggioranza dei quali appartenenti alle nostre forze dell’ordine; per l’epoca “Brennero ‘66” fu giudicato troppo violento in alcuni suoi passaggi.

Commovente è il ricordo che Tiziana Giardini fa di D’Orazio, suo marito, quando volle chiudere quella magnifica avventura per godersi finalmente la famiglia che aveva costruito in ritardo rispetto agli altri componenti del gruppo. Se l’abbandono di Fogli e l’arrivo di D’Orazio segnano un altro casuale cinquantenario con la messa in onda di “Pooh – Un attimo ancora", il documentario rievoca quello caduto nel 2016 in cui i “Beatles italiani”, come qualcuno li ha definiti, organizzarono il loro farewell tour per salutare i fan dopo mezzo secolo di canzoni, concerti e sogni. Quella tournée, per la quale Giardini è stata decisiva nel convincere D’Orazio a riprendere in mano le sue bacchette, si concluse con un grande e commovente concerto all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, vicino Bologna. Esattamente dove tutto era iniziato. 

POOH – UN ATTIMO ANCORA di Nicola Conversa – 2022 – 95’
Con Mariasole Pollio, Elisabetta De Palo, Antonello Fassari, Tommaso Cassissa

Greta (Pollio) ha venti anni e un sogno, quello di girare un documentario sui Pooh. L’idea a Greta nasce grazie al racconto di Olivia (De Palo), un ex ragazza degli anni Sessanta, la quale ha il rimpianto di non aver potuto vivere una storia d’amore con Augusto (Fassari), conosciuto proprio durante un concerto del loro gruppo del cuore e da allora mai più visto. Greta si mette sulle tracce di Augusto e contemporaneamente comincia le sue interviste ai componenti dei Pooh. Come Olivia, anche Greta vive le sue prime storie d’amore, iniziate con una delusione ma proseguite con una speranza, quella di Andrea (Cassissa), uno che l’ama davvero.

Produzione One More Pictures/Toed Film in collaborazione con Tamata/Rai Documentari. Prima tv Rai 1 15 febbraio 2023.

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