23 - 29 dicembre 2023

Settegiorni

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copertina I libri di Natale
IERI E OGGI

I libri di Natale

Quello del 2023 è un Natale segnato, purtroppo, da numerosi scenari di guerra che ripropongono situazioni che avremmo voluto considerare superate, se non dimenticate. Tra i numerosi libri presenti nella Biblioteca Rai “Paolo Giuntella” di viale Mazzini, Silvia Bruni ha scelto alcune commoventi testimonianze di pace e di speranza giunte fino a noi dai soldati in trincea durante la Grande guerra e le parole dalla prigionia di Primo Levi.

“Il 24 dicembre del 1914, al calare dell’oscurità … il vento era cessato… Ormai sono le otto e venti, anche se c’è la nebbia si vede abbastanza da poter distinguere esattamente quello che sta accadendo dall’altra parte. Vale a dire niente. Improvvisamente il silenzio è rotto dalla voce di un tedesco: ‘Come over here, venite qui, Warwiks.’ Uno dei Warwiks risponde: ‘Come sta tuo padre, Fritz?’, una frase senza senso ma è l’unica che conosce in tedesco, e naturalmente non riceve una risposta sensata, ma una proposta sorprendente: ‘Incontriamoci a metà strada.’

Gettando lo sguardo oltre il parapetto, gli inglesi vedono meravigliati che l’uomo ha già lasciato le trincee tedesche e marcia nella loro direzione. ‘O quello aveva una fede incrollabile nello spirito cristiano della festa di Natale … oppure era completamente pazzo’, ricorda l’uomo che l’osservava dall’altra parte. Il coraggio del tedesco lo colpisce. Allora scavalca anche lui il parapetto e gli si fa incontro. Si stringono la mano come vecchi amici che non si vedono da un sacco di tempo e che ora hanno urgente bisogno di raccontarsi tutto. Il loro esempio ha l’effetto di un segnale. Nel giro di pochi minuti il mondo sotterraneo si spopola. Gli uomini decidono, liberamente, di uscire fuori delle trincee… Uscire fuori delle trincee senza la solita paura di non ritornare più indietro a quella sicurezza apparente, anche se precaria, sottoterra, è soltanto la scintilla iniziale di tutto quello che ancora accadrà quel giorno, dalla caccia alla volpe alla partita di calcio, dallo spettacolo di un giocoliere all’incontro di boxe. Ha un effetto liberatorio per tutti, perché il sistema delle trincee era pressoché identico da una parte e dall’altra. E di quel sistema erano prigionieri allo stesso modo, vi si dovevano adattare, per non perdere qualcosa di più della loro dignità umana. La loro vita” (p. 85-86).
Michael Jurgs, da La piccola pace nella Grande guerra: fronte occidentale, 1914, un Natale senza armi, Milano, il Saggiatore, 2005.
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“Fu un Natale memorabile per il mondo in guerra; memorabile anche per me, perché fu segnato da un miracolo. Ad Auschwitz le varie categorie di prigionieri (politici, criminali comuni, asociali, omosessuali, ecc.) potevano ricevere pacchi dono da casa, ma gli ebrei no. Del resto, da chi avrebbero potuto riceverne? Dalle loro famiglie sterminate o rinchiuse nei ghetti superstiti? Dai pochissimi sfuggiti alle razzie, nascosti nelle cantine, nei solai, atterriti e senza quattrini? …  A tutti gli effetti, noi eravamo morti al mondo. Eppure un pacco arrivò fino a me, mandato da mia sorella e da mia madre nascoste in Italia, attraverso una catena di amici … Non eravamo più soli: un legame col mondo di fuori era stato stabilito … Era quello l’ultimo Natale di guerra e di prigionia.” 
Primo Levi, 27 marzo 1984, da L’ultimo Natale di guerra, Torino, Einaudi, 2000

Il patrimonio delle Biblioteche Rai è consultabile dal seguente link: https://www.teche.rai.it/biblioteche-rai

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