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“La composizione è nata istintivamente ”. La voce di Raphael Gualazzi si incrina leggermente quando racconta di come sia nato il testo che accompagna lo spot Rai del Giro d’Italia 2023, in programmazione su tutte le reti da stasera, a meno di tre settimane dalla partenza della corsa rosa, che prenderà il via sabato 6 maggio con la cronometro da Fossacesia a Ortona, i diciannove chilometri sulla Costa dei Trabocchi che assegneranno la prima maglia rosa. E’ stato proprio il rapporto tra la bicicletta e il paesaggio una delle chiavi che hanno ispirato Gualazzi nella scrittura, insieme al fascino di una disciplina tanto dura quanto bella: “Ero in studio – racconta il musicista di Urbino – e stavo provando alcuni brani che sto portando in concerto in queste settimane. All’improvviso mi è venuta in mente una bici, e allora ho girato lo spartito e ho scritto, sul foglio bianco, le parole della sigla. Solo dopo l’ho musicata”.
Il risultato è una composizione spiccatamente emotiva, onirica e passionale insieme: un crescendo di sensazioni che accompagna lo scorrere delle immagini, salendo di tono dal parlato iniziale all’esplosione di gioia finale, come se fosse, esattamente, la trasposizione in musica di una tappa del Giro, che mescola sofferenza e fatica, dolore e gioia, disperazione e sorrisi. “Amo il ciclismo da sempre – confessa Gualazzi – sia come semplice cicloamatore, che usava la bici da ragazzo per spostarsi e ora, quando può, pedala in mountain bike sulle colline marchigiane, sia come appassionato. E’ una disciplina che ha il pregio di essere individuale e di squadra insieme, che ti rende più forte attraverso le sconfitte, che poi sono le vere vittorie: senza retorica, è come la vita, che ti offre un continuo di saliscendi e di possibilità. Nella vita, e nel ciclismo, anche se perdi una pedalata, hai tempo per recuperare, a patto di non mollare mai”.
La memoria di Gualazzi, poi, torna indietro di qualche anno: “Ricordo che rimasi letteralmente rapito dalla potenza in volata di Mario Cipollini, che vidi vincere a Marotta, sul lungomare pesarese, nel 1995, quando assistetti alla mia prima tappa dal vivo del Giro d’Italia. E poi ho tifato per tanti campioni, da Pantani a Bettini fino a Vincenzo Nibali. Da quel giorno, insomma, il Giro, che è insieme la storia dello sport ma anche la storia del nostro Paese, è diventato un appuntamento fisso, da telespettatore”.
Un appuntamento che, per Raphael e per tutti gli appassionati, si rinnoverà anche quest’anno, dal 6 al 28 maggio, ogni giorno, sui canali Rai, in tv e alla radio: Rai Sport, Rai 2, RaiPlay e Rai Italia per le telecronache in diretta e per le trasmissioni di approfondimento, Radio 1 e Radio 1 Sport per i radioascoltatori, con l’utilizzo dei più sofisticati e tecnologicamente avanzati mezzi di ripresa audio e video, per condurre gli spettatori sempre più “dentro” la corsa.
Come fa la musica di Gualazzi, una sonorità unica, in grado di trasportarti in un’atmosfera rarefatta e affascinante: “In effetti – conferma - trovo che esistano parecchie similitudini tra la musica e il ciclismo: entrambi sono una delle più belle espressioni della mente umana, in una costante ricerca di autenticità. E forse – conclude sorridendo, prima di tornare alle prove - è proprio questo essere “veri” che rende i ciclisti così amati”.
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