18 - 24 marzo 2023

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C'era una volta Moby Dick

Il 17 marzo 1973 alle 21:20, andò in onda sul Secondo Canale TV della Rai il capolavoro di Herman MelvilleMoby Dick”, uno dei romanzi più significativi della narrativa moderna, adattato per la televisione in cinque puntate di 50’ circa ciascuna, dal titolo avventuroso “La rappresentazione della terribile caccia alla balena bianca Moby Dick”.

Fallimento editoriale negli Stati Uniti, il romanzo Moby Dick del 1851, venne tradotto in italiano per la prima volta solo nel 1932 da Cesare Pavese che non riuscì a farlo pubblicare. Lo fece stampare più tardi Frassinelli, come primo libro della collana Biblioteca europea diretta da Franco Antonicelli

L’adattamento televisivo del 1973, a cura dello scrittore e sceneggiatore Roberto Lerici e del regista Carlo Quartucci, lontano dall’essere una mera trasposizione, nacque dall’esigenza di realizzare una guida alla comprensione del mondo di Melville da un’angolazione moderna. Il “Pequod” televisivo, quindi, divenne una nave-palcoscenico che raccoglieva un microcosmo di attori, tecnici e pubblico che vissero insieme un’esperienza non imprigionata negli “schemi” di una storia, ma aperta ai temi della condizione umana, suggeriti dal romanzo.

“Il “Pequod” parte da Nantucket con un fine pratico – afferma Carlo Quartucci (Radiocorriere 1973, fasc. 11, pag. 94-96) - è un ingranaggio dell’industria in espansione: ma alla pragmatica solidità dell’ottimismo americano, Melville oppone la nevrosi di Achab per il quale il viaggio è una ricerca di assoluto, un itinerario verso la libertà. E questo Prometeo fallito impone il “suo” fine a una ciurma di disperati che acquistano, nell’accettazione del sacrificio, la dimensione di eroi tragici. In contrasto con la fisionomia tipica dell’eroe romantico, qui si rivela uno dei tratti più polemicamente “nuovi” dell’arte di Melville.”

Franco Parenti impersona Achab, il capitano che trascina il “Pequod” nel tragico inseguimento dell’inafferrabile balena bianca: con lui Lex Monson (Quiqueg), Gianfranco Mauri (Elia), Carlo Enrici (Strarbuck), Claudio Remondi (Stubb), Sergio Reggi (Flask). Rino Sudano è Ismaele, il giovane maestro che cerca nell’avventura in mare la possibilità di conoscere la vita. E di quella avventura ne diventa il narratore ultimo, in quanto unico superstite del disastro.

Nel rifiuto di ogni ricalco realistico, gli stessi attori allestiscono la scena e il bastimento, antico come il rarissimo “Pequod” trova riscontro nella nave che lo scenografo Eugenio Guglielminetti ha costruito negli studi Rai del Centro di Produzione di Torino: “Ho pensato proprio a una nave ricomposta sulla spiaggia, dopo essere stata distrutta dalle onde – conferma Guglielminetti – ma casualmente, i rottami affastellati senza rispetto per alcuna marinaresca geometria. Non dev’essere un bastimento reale; eppure, devono circolargli attorno l’aria, l’odore del mare. Per questo abbiamo cercato per settimane relitti autentici lungo le coste: non c’è un solo pezzo di legno che non venga dal mare, nel “Pequod” televisivo.” Guglielminetti non utilizza esclusivamente artefici meccanici di matrice teatrale, ma porta alla massima efficacia mezzi prettamente televisivi.

Proprio il Moby Dick colloca il genere dello sceneggiato a un punto di svolta, perché rappresenta il primo approccio dell’uso del chroma-key nella scenografia televisiva, sebbene, in questo caso, Guglielminetti non lo usi per raggiungere un maggiore realismo ma per dare risalto al trucco di scena (Storia della scenografia televisiva, p. 79). Guglielminetti, che dell’arte del chroma-key è stato il pioniere e lo sperimentatore, in coppia con Ugo Gregoretti ne espande tutte le possibilità creative come dimostrano i successivi Le tigri di Mompracem (1974) e Le uova fatali (1977).

Per un approfondimento sull’argomento:
Radiocorriere 1972, fasc. 40, pag. 22
Radiocorriere 1973, fasc. 11, pag. 94-96
Radiocorriere 1975, fasc. 50, pag 137
Antonin J. Di Santantonio e M. Beatrice Gallo, Storia della scenografia televisiva, Rai Eri
Ezio Torta ed Eugenio Guglielminetti, E. Guglielminetti – Scenografie e costumi per la televisione 1962 – 1995, Lindau

L’intero patrimonio di volumi e riviste è disponibile online sul sito di Rai Teche ai link: https://www.teche.rai.it/biblioteche-rai/ - http://www.radiocorriere.teche.rai.it/

Radiocorriere anno 1973 - fascicolo 11 - 11.3.1973
 






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