Negli archivi della Rai si nascondono tesori ancora tutti da scoprire e che hanno dietro delle storie che meritano di essere raccontate. In questa puntata vi racconterò di un cartone animato tratto da un grande classico della letteratura mondiale: "
Il conte di Montecristo".
È una serie composta da 17 episodi, in onda ogni giovedì alle 19.00 sul Secondo Programma dal 12 febbraio al 3 giugno 1976, quindi trasmessi ancora in bianco e nero e prodotti, come riporta il Radiocorriere dell'epoca, da
Halas & Batchelor Animation Limited, la più importante casa di produzione di cinema di animazione del Regno Unito, in coproduzione proprio con la
Rai e distribuita dalla Itc, la
Incorporated Television Company, con la quale la Tv italiana, negli stessi anni, aveva coprodotto anche la prima serie del telefilm “Spazio 1999”. Presenza fissa nel cast, oltre al Conte di Montecristo, i due amici fidati Jacopo e Rico, sempre pronti a correre in suo aiuto.
La prima puntata, “Un diabolico inganno”, va in onda dopo il Telegiornale Sport e lo spazio pubblicitario Gong ed è seguita, alle 19.20, da un documentario prodotto dalla Tv pubblica spagnola “L’uomo e la terra: l’isola dei pellicani”. Sul Programma Nazionale è in onda invece una puntata di “Sapere” seguita da “Cronache italiane”. Non era infatti ancora entrata in vigore la riforma Rai che avrebbe portato, dal 15 marzo 1976, alla distinzione tra reti e testate giornalistiche, Rete Uno e Rete Due e Tg1 e Tg2. Il pubblico televisivo non aveva ancora molte alternative, le Tv libere stavano muovendo i primi passi e chi poteva, oltre alla Rai, aveva a disposizione solo Svizzera, Capodistria, Montecarlo e la francese Antenne 2. Non c’era dunque molta possibilità di scelta per i telespettatori per cui si può ipotizzare che “Il Conte di Montecristo” abbia avuto un seguito molto ampio e anche per questo è ancora più strano che questo cartone animato sia stato dimenticato per tanti anni.
Il
Radiocorriere, nel presentare il cartone animato, scrive che il titolo riprende quello del Conte di Montecristo di
Dumas, ma non si tratta della trasposizione del romanzo in cartone animato. "
John Halas e
Joy Batchelor, i due disegnatori, preso spunto dai personaggi dello scrittore francese e dall'epoca delle loro imprese, hanno poi lavorato, con assoluta libertà di fantasia, costruendo le varie avventure sullo sfondo di vari Paesi e inventando trame che variano dal classico cappa e spada allo spionaggio di tipo 007". L'attività della Halas & Batchelor, il cui film più noto è "La fattoria degli animali", tratto dal romanzo di
George Orwell, è apprezzata dai critici soprattutto perché, come scriveva
Gianni Rondolino, docente di Storia del Cinema all'Università di Torino, orientata "verso una modernizzazione del segno grafico, un recupero nell'ambito dello spettacolo popolare delle ricerche estetiche e stilistiche di gran parte del cinema d'animazione e contemporaneo". Un bel colpo per la Rai dell'epoca avere dunque contribuito alla produzione di questa serie di cartoni animati.
Dal 3 giugno 1976 però, giorno della trasmissione dell'ultima puntata, non ci sono più state repliche in Italia e, a quanto sembra, anche all'estero. Anche nel Regno Unito era stato trasmesso a colori nel 1975 dalla
Itv, la rete privata britannica concorrente della
Bbc, e da allora mai più proposto tanto da essere molto ricercato anche dagli appassionati d'Oltremanica. Non esistono infatti nemmeno in rete frammenti di questo cartone animato, ma solo una registrazione della musica della sigla fatta in maniera amatoriale da un appassionato britannico. Nell'archivio Rai sono conservati tutti e 17 gli episodi, dimenticati nei magazzini per oltre 40 anni al punto che due di questi, il nono episodio "La leggenda di Hernandez" e il decimo "La sconfitta di Dumklot", non è stato possibile digitalizzarli a causa del pessimo stato di conservazione. Da segnalare, come curiosità, che in due delle registrazioni in pellicola dei telegiornali, dell’8 aprile e del 13 maggio 1976, sono presenti gli annunci integrali di
Maria Grazia Picchetti, trasmessi in coda al Tg2 Flash, del 9° e del 14° episodio del Conte di Montecristo, di cui non vengono citati i titoli, “La leggenda di Hernandez” e “La galleria dei falsari”.
Per il doppiaggio, la voce italiana del Conte di Montecristo era di
Giulio Cesare Pirarba come è possibile leggere nei titoli di coda, ma ci sono altre voci di rilievo, tra le quali quella di
Nino Dal Fabbro. Degna di nota anche la musica della sigla di testa e di coda che chi ha visto questo cartone animato non può avere dimenticato, scritta da
Waine Bickerton e
Tony Waddington, due musicisti molto noti negli anni ’70 nel Regno Unito (a
questo link è possibile ascoltare la versione originale). Proprio la Tv pubblica italiana risulta essere l'unico possessore dell'intera serie poiché Halas & Bachelor non ha conservato copie del Conte di Montecristo e anche il
British Film Institute, l'archivio nazionale della cinematografia britannica, ha solo una puntata a colori non ancora digitalizzata, la 4^, "Fortress of invention", titolo italiano "Il castello delle invenzioni".
La Rai ha dunque in mano, unica al mondo, un tesoro dal valore potenzialmente immenso che aspetta solo di essere valorizzato, non solo per la storia della televisione italiana ma anche del cinema di animazione mondiale. Speriamo che questo possa avvenire in tempi brevi visto che questo cartone animato attende da 46 anni di tornare a mostrarsi al pubblico e sono personalmente convinto che possa piacere anche ai giovani di oggi e non solo da chi ha avuto la possibilità di vederlo nel 1976.
Questi i titoli dei 17 episodi del Conte di Montecristo e la data di trasmissione, l'unica, in Italia: