1 - 7 aprile 2023

Settegiorni

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PER NON DIMENTICARE

Gianni per sempre

Gianni Minà è stato, dal 1976 al 1981, prima di passare alla conduzione di “Blitz”, uno dei punti di forza della redazione sportiva del Tg2 creata da Maurizio Barendson conducendo rubriche come “Diretta sport”, “Mundial ‘78” e “Dribbling”. Fu inviato all’Universiade di Città del Messico nella quale, con Paolo Frajese inviato per il Tg1, raccontò anche il record del mondo di Pietro Mennea nei 200 metri con 19’72”, una delle più straordinarie imprese nella storia dello sport italiano. Proprio un lungo servizio sulle gare di Pietro Mennea all’Universiade di Città del Messico è uno degli argomenti della puntata di “Dribbling” del 6 ottobre 1979 condotta da Gianni Minà che andiamo a raccontarvi.

Come possiamo vedere dalla sigla di testa, “Di terra” del Banco del Mutuo Soccorso che in questa stagione ha sostituito “The Fly” di Maynard Ferguson, "Dribbling", era un settimanale sportivo del sabato a cura di Beppe Berti, Remo Pascucci e da Nino De Luca, Gianni Minà, Aurelio Addonizio e Federico Urban. Gianni Minà si occupò anche della conduzione nella stagione 1979/80.

Nella puntata del 6 ottobre 1979, più breve del solito, Minà apre salutando i tennisti italiani in vantaggio 2-1 in Coppa Davis sulla Cecoslovacchia, quindi spazio a Pietro Mennea che Gianni Minà, come spiega nel lanciare il proprio servizio, ha tentato di capire e raccontare in un lungo servizio di quasi 20 minuti dal titolo "La rivincita di un ragazzo del sud". E' una cronaca racconto che a quasi un mese di distanza dal record è anche "il tentativo di spiegare un campione che non è come molti vorrebbero, ma è degno di attenzione anche nelle sue contraddizioni", come spiega lo stesso Minà. Mennea è intervistato subito dopo il record del mondo nei 200 metri e ringrazia per questo record una persona amica che gli è stata vicina e gli ha dato la tranquillità per ottenere questi risultati. Il campione barlettano non vuole dire il nome, e allora ci pensa Minà: “Non è un mistero del giornalismo, diciamo che questo è il presidente della tua società Luca Montezemolo, è vero?”, e dal sorriso di Mennea si capisce che proprio di Montezemolo si tratta.

Nel servizio, con le riprese di Edoardo Cortoni e Michele D’Ilio e il montaggio di Leandro Testa, viene raccontata la cronaca dei cinque record di Mennea in 10 giorni, "un modo per capire un campione e tracciare il suo ritratto di atleta dell'anno". Così, ecco le immagini del primo record di Mennea sui 200 metri in un meeting non ufficiale, il 3 settembre 1979, un 19"8 manuale e per questo non omologato, una grande delusione per Mennea che due giorni dopo corre i 100 metri in 10"01 diventando l'uomo bianco più veloce del mondo. Stavolta però Mennea prima di partire si è accertato della presenza del cronometraggio elettronico per avere la certezza di una gara regolare. Arriviamo così al 10 settembre, giorno delle batterie eliminatorie dei 200 nella gara delle Universiadi. Prima gara e record d'Europa in 19"96', meglio di Valery Borzov. In semifinale corre i 200 in 20"04 ed esce deluso. Gianni Minà chiede un parere a Carlo Vittori, l'allenatore del barlettano. Siamo al giorno della finale e Mennea racconta a Gianni Minà i 200 metri del record quindi ecco Vittori che svela a Gianni Minà che dal 1972 al 1979 32 dei migliori 40 risultati di un europeo sui 200 metri sono proprio di Mennea e tutti suoi sono i migliori 20. L'intervista a Mennea prosegue fuori dallo stadio Olimpico di Città del Messico, dove l'atleta barlettano svela a Gianni Minà le sue paure per il dopo e la voglia di intraprendere un'avventura nuova, fuori dall'atletica, con la speranza di riuscire nel lavoro come nello sport. Al rientro in studio, dopo avere ricordato l’importanza dei Giochi della Gioventù, c'è anche una citazione per il sedicenne Stefano Mei, oggi presidente della Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera, primatista europeo per la sua età dei 3000 metri.

Spazio quindi a un altro sport, "nobile come l'atletica", l'ippica, in occasione del 52mo Derby del Trotto a Tor di Valle con un servizio, "Derby day", di un giovane Claudio Icardi che ricorda come questa gara passerà agli annali del trotto per "una intelligente innovazione": sarà infatti il primo Nastro Azzurro con 8 cavalli in prima fila. Fatto l'elenco dei partecipanti, Icardi intervista Marcello Mazzarini, il driver di Saputo, primo cavallo a correre nel Derby con il numero 8 in prima fila, la più svantaggiosa per i partenti, mentre Gentile è il favorito. Icardi quindi, dopo avere elencato i nomi del plotoncino degli "speranzosi" dietro i privilegiati, intervista Ezio Bezzecchi, driver di Quiros Bi e Franco Albonetti, già vincitore di due Derby detto "il tedesco", che ha appena provato Dividend: e poi ecco l'intervista a un tedesco vero, Gerhard Kruger, che guiderà Quasida Bi.

Quindi l'angolo del calcio con la lettura delle partite in schedina con i nomi degli arbitri e l'angolo degli ospiti, Paolo Rossi e Bruno Giordano, "il massimo che si può avere in questo momento in Italia insieme a Ciccio Graziani", attaccanti del momento a 24 ore da Lazio-Perugia che li avrebbe visti avversari nella quarta giornata di Serie A. Gianni Minà chiede a Giordano se si può essere travolti quando si è "colpiti da improvvisa ricchezza", domanda che ripete anche a Paolo Rossi al quale chiede anche perché certi presidenti non vogliono la sponsorizzazione delle società ma preferiscono "fare i debiti con le banche o fare bilancio nero". Paolo Rossi si dice favorevole alle sponsorizzazioni e anche Giordano risponde che non c'è pericolo di diventare "uomini sandwich" visto che il fenomeno delle sponsorizzazioni è ormai comune anche per gli altri sport. Gianni Minà chiede poi a Paolo Rossi se i famosi 5 miliardi pesano e conclude ricordando che in questo angolo non si è volutamente parlato di calcio perché si vuole mostrare l'altra faccia della medaglia di questi personaggi che "sovente noi mitizziamo troppo o sovente noi tiriamo giù troppo. Sono lavoratori di uno spettacolo che per fortuna è uno dei migliori che si possano offrire alla gente anche perché se preso bene è felicità, felicità vera". Gianni Minà chiude la trasmissione dopo avere ricordato l'inizio dei campionati di basket e rugby che "incominciano domani a cui dedicheremo spazio nelle prossime puntate".

Questa puntata di “Dribbling”, in particolare il servizio su Mennea venne favorevolmente segnalato dalla “Gazzetta dello Sport” che a pagina 2, in un articolo non firmato con titolo “Abbiamo rivissuto a «Dribbling» i dieci giorni magici di Mennea” scrive: “La Tv ci ha dato modo di rivivere i dieci giorni magici di Mennea a Città di Messico. E’ successo ieri, grazie al servizio di Gianni Minà per «Dribbling». Un servizio condotto con la massima abilità e montato in maniera eccellente. Diciotto minuti che ci hanno offerto la possibilità di riprovare gli stessi brividi che resero lieti i nostri risvegli ogni mattina che leggevamo che Pietro Mennea aveva battuto un record. Il servizio di Minà ci ha dato l’impressione di essere lì, in Messico, con Mennea”.

Puntata "Dribbling" del 6 ottobre 1979

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