23 - 29 luglio 2022

Settegiorni

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CINEMA E TV

Altri uomini

“Fu Tullio Kezich a definirmi l’uomo dei prototipi”. Per raccontare se stesso e il suo cinema Claudio Bonivento prende in prestito la definizione che il grande critico cinematografico triestino gli affibbiò dopo aver visto “Altri uomini” (Rai Movie sabato 23 luglio ore 3.30, disponibile su RaiPlay), suo esordio alla regia del 1997. Attualmente Bonivento è impegnato nella preparazione di un film che ha al centro la figura di Francesca Morvillo, compagna di Giovanni Falcone, morta nell’attentato di Capaci, un progetto che si avvale della consulenza di Alfredo Morvillo, magistrato e fratello di Francesca, scritto da Felice Cavallaro, autore di “Francesca-Storia d’amore in tempo di guerra” appena uscito nelle librerie e con Carolina Crescentini una delle possibili interpreti del ruolo principale.

Protagonista fin dagli anni Ottanta della produzione cinematografica (“Il primo set che vidi fu nel 1980, La terrazza di Ettore Scola, ero lì come ospite”), Bonivento entrò quell’anno nello staff della Dean Film di Pio Angeletti e Adriano De Micheli e l’anno successivo fu produttore esecutivo in “I fichissimi”. Ma è con “Sapore di mare” che Bonivento si afferma definitivamente come produttore, e a dirlo è De Micheli che con la Dean Film ha realizzato il film di Carlo Vanzina: “Claudio fu determinante su molte cose, ad esempio grazie alle sue conoscenze nel mondo della musica, ottenemmo a basso prezzo i diritti dei brani che erano fondamentali per la riuscita del film. La produzione di un noir come Altri uomini è stata quindi anche un modo per sdebitarsi con lui”. Non a caso la Dean Film, conosciuta per la grande commedia, ha esordito sul finire dei Sessanta con due noir come “A qualsiasi prezzo” di Emilio Miraglia e “Il commissario Pepe” di Scola. Col passare degli anni, poi, Bonivento ha alternato la commedia con alcuni titoli che si sono rivelati un unicum come “Soldati 365 all’alba” di Marco Risi, primo film che, nel 1987, affrontava problemi e criticità della leva militare (erano gli anni dei suicidi in caserma), fin lì ignorati dal nostro cinema che aveva preferito descrivere soldati e caserme con goliardia e canzonette. Un altro successo arriva nel 1993 con “La scorta” di Ricky Tognazzi, vincitore di cinque David di Donatello e candidato alla Palma d’Oro per la miglior regia: “E pensare che Ricky non voleva farlo, Fininvest si tirò indietro all’ultimo momento, così lo cedetti per poche lire all’Istituto Luce”, racconta Bonivento che ancora mastica amaro. 

“Altri uomini” è liberamente tratto da “Io, il tebano” la biografia del boss Angelo Epaminonda a cura di Antonio Carlucci e Gian Paolo Rossetti. Epaminonda era stato il rivale di Renato Vallanzasca e Francis Turatello nella Milano degli anni Settanta, il “tebano” del titolo è ispirato a Leonida di Tebe, re di Sparta. Bonivento decide così di mettersi dietro la macchina da presa, la notizia trapela dalla Dean Film e arriva alle orecchie di Franco Ferrini e Furio Scarpelli i quali chiedono a Bonivento di scrivere soggetto e sceneggiatura. Bonivento non pensa a una storia di sparatorie e violenze tout court, ha in mente qualcosa che sia anche intimista, e per questo contatta Fernando Di Leo, maestro del noir italiano, il quale però declina l’invito a una qualsiasi collaborazione avendo già iniziato il suo percorso nella malattia che, qualche anno dopo, lo porterà alla morte.

“Altri uomini” è ambientato a Milano (gli interni sono girati a Roma), e Di Leo sarebbe stato fonte autorevole con cui confrontarsi essendo l’autore del cult “Milano calibro 9” del 1972, opera ben diversa dai successivi poliziotteschi che hanno avuto il capoluogo lombardo come teatro delle loro storie : solo fra il 1973 e il 1976 se ne girano almeno quattro con Milano nel titolo, nel 1995 Claudio Fragasso dirige “Palermo-Milano solo andata”, dodici anni dopo lo stesso regista realizza “Milano-Palermo il ritorno”, entrambi più vicini a “La scorta” che ai poliziotteschi. 

La realizzazione di “Altri uomini” vede una straordinaria unione fra tre generazioni di uomini di cinema, quella di lunga esperienza formata da Scarpelli, Angeletti e De Micheli, quella di mezzo con Bonivento e Ferrini e la più giovane rappresentata dal cast capitanato da Claudio Amendola che ha il ruolo di Michele Croce, ispirato a Epaminonda. Per la parte del magistrato al quale Croce si rivolge per le sue confessioni, Bonivento vuole Giancarlo Giannini che però in quel momento è negli Stati Uniti; per arrivare a lui Bonivento ricorre alla comune amica Mariangela Melato che però nulla può di fronte agli improrogabili impegni che l’attore spezzino deve rispettare con gli americani. La visita sul set dell’attrice milanese durante il primo giorno di riprese diventa così una piacevole consolazione. Oltre ad Amendola, nel cast di “Altri uomini” si distinguono fra gli altri Ennio Fantastichini, Ricky Memphis, Tony Sperandeo e Veronica Pivetti: “Bravissima, stravedevo per lei, era l’unica attrice milanese adatta al ruolo di giovane donna del boss”, afferma perentorio Bonivento. 

C’è anche Antonino Iuorio che ha il ruolo di Turi Maiolo, il ragioniere della banda di Greco. Iuorio è uno dei più bravi second role che il cinema italiano può vantare negli ultimi quarant’anni, ha esordito in “Ginger e Fred” di Federico Fellini e di Bonivento è da tempo attore feticcio. Reduce dalle fatiche del “Falstaff e le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare in cui ha il ruolo del protagonista, Iuorio non si fa pregare per raccontare le sue avventure professionali trascorse insieme al suo amico Bonivento iniziate con “Squadra Mobile Scomparsi”, serie tv da molti ritenuta apripista della più celebre “Distretto di Polizia”, alla quale seguì il già citato “Soldati 365 all’alba” in cui Iuorio è il temibile soldato Marini.

Iuorio è un appassionato del genere crime e lo dimostra con la dimestichezza che usa nel citare esempi e riferimenti che in qualche modo ritiene legati a “Altri uomini”. L’attore napoletano ricorda, ad esempio, che con gli anni Ottanta termina un tipo di narrazione fin lì riservata alla figura del malvivente, quella cioè espressa dal punto di vista del poliziotto, e inizia quella che vede il racconto della delinquenza e dei suoi meccanismi con l’assenza o quasi di chi gli si oppone: “E’ un meccanismo narrativo che ricorda il grande cinema gangster americano, da Nemico pubblico di William Wellman a Bugsy di Barry Levinson”. Di “Altri uomini” Iuorio apprezza più la sua scrittura che il romanzo da cui è tratto, mentre parole di riguardo l’attore le riserva per Angeletti e De Micheli: “Erano produttori d’altri tempi, condividevano la vita del set con qualsiasi clima, mangiavano i nostri stessi cestini”. Delle giornate passate sul set Iuorio ha un aneddoto da raccontare che ancora lo fa ridere a crepapelle. Nella scena dell’agguato di una banda rivale in cui viene ferito a morte Ugo Conti (curiosamente attore e personaggio hanno lo stesso nome), quest’ultimo prima di esalare l’ultimo respiro deve rivelare il nome di chi ha sparato, tale Gino Bandini: al momento della battuta Conti però esclama: “E’ stato Gino Bramieri!” (il comico milanese era deceduto pochi mesi prima), Iuorio e gli altri esplodono in una fragorosa risata e l’ilarità di quanto accaduto li accompagnerà per tutta la giornata, tanto da impedire a Bonivento di rigirare la scena, costringendolo a rimandarla al giorno successivo fra gli improperi di Angeletti. 

Anche sulla distribuzione, infine, Bonivento ha qualcosa da dire. Il titolo originario di “Altri uomini” era “Professione criminale” ma Ricardo Avila, direttore della Colombia Tristar Italia, ritenne che la parola “criminale” non avesse alcun appeal cinematografico: “Vista la cinematografia e la serialità di questi ultimi trent’anni, Avila peccò quanto meno di scarsa lungimiranza”, commenta ironico. 

CLIP
https://www.youtube.com/watch?v=0XgG8LW5wAQ

ALTRI UOMINI di Claudio Bonivento – 1997 – 87’
Con Claudio Amendola, Ennio Fantastichini, Veronica Pivetti, Tony Sperandeo

Milano 1980, carcere di San Vittore. Michele Croce (Amendola), boss di una cosca mafiosa sgominata dalle Forze dell’Ordine, decide di collaborare con il magistrato raccontando ascesa e caduta della sua carriera criminale. Tutto era iniziato nel 1970 con Croce che insieme al suo amico Salvatore Marinello (Sperandeo) e alcuni complici, aveva scalato i vertici della criminalità organizzata che dilagava nel capoluogo lombardo. Durante una spedizione punitiva, Greco salva la vita a Loris Corbi (Fantastichini), altro boss della mala il quale, colpito dalla determinatezza di Greco, gli consente di entrare nel gotha del crimine meneghino. Per Corbi le cose si mettono male quando viene arrestato dalla Polizia; incarcerato, riesce comunque a sposare la sua ex manicure, la bella Maria De Simone (Pivetti), che fa da portavoce di suo marito con il resto della banda. Intanto Croce non ha più rivali e sembra ormai diventare il numero uno della città, ma non ha fatto i conti con il destino che lo vuole colpevole agli occhi di Maria per l’assassinio in carcere del suo amato Loris.

Produzione International Dean Film, distribuzione Columbia Tristar Italia. Uscita cinema 29 agosto 1997, prima tv Rete4 9 dicembre 2001, prima tv Rai Rai Storia 16 agosto 2010. 


FONTI
imdb.com
Corriere Della Sera, 1° settembre 1997
La Stampa, 2 settembre 1997
Conversazione con Antonino Iuorio, 11 luglio 2022
Conversazione con Claudio Bonivento, Roma 12 luglio 2022
Conversazione con Adriano De Micheli, 19 luglio 2022 

 

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