28 ottobre - 3 novembre 2023

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RAI NEL MONDO

In mostra con Morandi

Dal 5 ottobre, e fino al 4 febbraio 2024, al Piano Nobile di Palazzo Reale, è aperta al pubblico la mostra Morandi 1890-1964, a cura di Maria Cristina Bandera, che celebra la produzione artistica di Giorgio Morandi.

Con un corpus di circa 120 opere, acquisite attraverso prestiti eccezionali provenienti da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private nazionali e internazionali, la rassegna milanese per estensione e qualità delle opere è tra le più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni, e si pone in continuità con il consolidato apprezzamento della sua opera in prestigiose sedi internazionali, dal Metropolitan Museum di New York (2008) al Pushkin di Mosca (2017) al Guggenheim di Bilbao (2019).

Il percorso espositivo proposto, articolato in 34 sezioni che raccontano le varie fasi della pittura di Morandi, segue un criterio cronologico con accostamenti mirati e inediti che documentano l’evoluzione stilistica e lo stilema del pittore.

La Collezione d’Arte Rai è presente in mostra con Paesaggio del 1934. Si tratta di una veduta di Rocca di Roffeno, località situata nel centro dell’Appennino bolognese, territorio caro all’artista che tra il 1934 e il 1938 vi villeggiò d’estate con la famiglia nella casa-torre del Monzone (XIV sec.). In questi luoghi dipinse trentadue opere ispirandosi alla bellezza del territorio e della natura. Si tratta di un paesaggio che, come già osservato da Marilena Pasquali, è il “più fitto” di tutti gli Anni ‘30.

Il dipinto Rai è un’opera di piccole dimensioni, composta da pochi segni: una sovrapposizione di verdi sintetizza una fitta macchia popolata da alberi. L’armonico palcoscenico collinare è interrotto dal pallore della forma regolare che descrive un lato di una casa a più piani. Domina l’orizzonte il profilo maestoso e irregolare del monte: si tratta di elementi certamente colti dal vero ma elaborati dall’artista attraverso un attento studio di scomposizione e ricomposizione volumetrica che, con sintesi formale, permette allo spettatore di cogliere l’essenza del reale. Un’opera tanto più intrigante se la si pone in dialogo artistico con la Montagna di Sainte-Victoire (1904-1906) di Paul Cézanne.

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