23 - 29 luglio 2022

Settegiorni

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PARITA' DI GENERE

Operazione speciale: pace

Affermare e potenziare la partecipazione delle donne ai tavoli strategici e negoziali delle guerre: è l’appello lanciato da Assisi durante il convegno internazionale e interreligioso "Operazione speciale: pace", organizzato da Rai per la Sostenibilità Esg, Rai Umbria e dal Comune, e ispirato da “No Women No Panel”, il progetto Rai per l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico.

“In questo momento in cui la guerra e la volontà di dominio stanno stravolgendo il mondo – ha sottolineato la Presidente Rai Marinella Soldi nel messaggio inviato ai partecipanti - è fondamentale per la Rai, come Servizio Pubblico, aiutare a capire che l’inclusione, intesa come riconoscersi pari, uguali ma valorizzando le reciproche differenze, è la base per una società più equilibrata e giusta, dove al conflitto si preferisce il dialogo”.

“L’informazione ha un’importanza cruciale nella politica internazionale”, ha ricordato intervenendo la Vice-Ministra degli Esteri Marina Sereni: proprio per questo, la Farnesina ha dato vita a una nuova Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale. “Vogliamo costruire una partnership stabile con la Rai, contro la disinformazione, e per far conoscere quello che di buono viene fatto con la cooperazione internazionale”, ha dichiarato. Il Ministero ha anche dato vita al “Network donne mediatrici nel Mediterraneo“ assieme a “Women in International Security”, della quale ha parlato la presidente Loredana Teodorescu

“La negazione dei diritto umanitario e internazionale ha conseguenze gravose sulle donne – ha ricordato la sottosegretaria di Stato della Santa Sede Francesca Di Giovanni - donne vittime di stupro, sempre più arma di guerra, o di tratta; costrette a migrare, perdendo identità e radici, e che sperimentano la loro fragilità”. I Paesi in guerra e in conflitto hanno un grande debito con le donne, le ha fatto eco la Pastora Gabriela Lio, presidente della Federazione Donne Evangeliche. E dunque il compito di ong come Emergency nei teatri di guerra, ha spiegato la presidente Rossella Miccio, è non solo curare le ferite, ma anche restituire dignità.

Ma le donne non sono un gruppo omogeneo, ha avvertito ancora Di Giovanni: ci sono le combattenti, chi fa parte di gruppi ostili; così come, spesso invisibili, le promotrici di pace, poche nei tavoli negoziati ma molte impegnate nella costruzione della società, in una relazione di prossimità con le popolazioni locali.
E se quasi tutti i conflitti non hanno trovato una soluzione, la minaccia congiunta del cambiamento climatico, e dell’aumento delle disuguaglianze, aggravate dalla pandemia, interpella oggi le donne anche nel loro ruolo familiare, sociale ed economico.

Padre Mauro Moroni, Custode Sacro Convento di Assisi, ha sottolineato: “Per costruire la pace occorre essere in relazione con l’alterità, abbandonare il superlativo assoluto, ma anche il comparativo”.
Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale Aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo - organizzazione intergovernativa che ha sottoscritto il Memorandum No Women No Panel - ha tracciato invece il nesso fra l’ambiente protetto come strumento di pace e il ruolo essenziale delle donne nel proteggerlo.
Special guest dell’evento l’inviato de La Stampa Domenico Quirico: “Nelle guerre contemporanee, che non si concludono con la pace, ma si prolungano nel tempo è la società civile ad avere un ruolo di ‘Solženicyn collettivo’ nel ricordare chi sono i colpevoli e chi sono le vittime”. 

La ricercatrice ISPI Serena Giusti è entrata poi nel cuore del dibattito: oggi le donne, nella società, vengono sovraccaricate di molte funzioni, ci sono tante attiviste, ma poche partecipano al dibattito geopolitico, manca lo scarto, arrivare cioè al ruolo politico: prima della pace, occorre chiedersi cosa succede nei processi decisionali. 
Passi avanti sono stati compiuti nell’ultimo decennio all’interno della Nato Defense College Foundation, dove in ogni evento e panel ci deve essere almeno una donna: il suo Presidente Alessandro Minuto Rizzo, incaricato dall’Alleanza Atlantica di studiare la questione di genere, ha ammesso: non siamo ancora a Madeleine Albright e Hillary Clinton, ma abbiamo molte donne tra i nostri funzionari.

Per l’Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, presidente di Coreis, occorre riconoscere l’autentica identità e universalità delle donne, fuori dagli stereotipi che le associano solo ad alcune funzioni o qualità, per arrivare a una condivisione piena. 
La pace è un compito collettivo, di istituzioni e associazioni, uomini e donne, la chiave dell’incontro fornita da Amelia Rossi, Tavola della Pace, nel secondo panel, moderato dal direttore di Rai per la Sostenibilità ESG Roberto Natale, sul ruolo di ong e terzo settore. 

“La Rai riparte dalle persone e dai territori - ha spiegato il direttore di Rai Umbria Giovanni Parapini - per affrontare i temi della pace, della parità di genere, dell’inclusione, in un Paese che ancora soffre di forti diseguaglianze”.
“E se la partecipazione delle donne ai tavoli decisionali e nelle commissioni è in Europa, dove è nata la campagna No Women No Panel, una prassi consolidata, in Italia c’è ancora tanto da fare - ha concluso la direttrice Rai Intrattenimento Day Time Simona Sala - incontri come quello di Assisi rappresentano un tassello importante verso la piena affermazione della parità”.

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