Avrebbe compiuto novantanove anni lo scorso 6 settembre. Andrea Camilleri nacque a Porto Empedocle il 6 settembre 1925 e faticò non poco per affermarsi come scrittore. Il suo destino fu comunque legato a filo doppio alla Rai: già nel 1954 vinse un concorso per funzionari Rai, ma non lo assunsero subito perché – raccontò lui stesso – era comunista. Entrò comunque in Rai tre anni dopo e, mentre insegnava al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, curò – in qualità di delegato alla produzione – sceneggiati gialli di grande successo come “Le avventure di Laura Storm”, con Lauretta Masiero, “Il tenente Sheridan”, protagonista Ubaldo Lay, “Le inchieste del commissario Maigret”, con Gino Cervi. La narrativa declinata nel genere giallo ce l’ha nel cuore e nella mente, ma esordisce in narrativa dalla porta di servizio: è il 1978, Camilleri ha già 53 anni, e il suo romanzo “Il corso delle cose”, scritto dieci anni prima, viene pubblicato da un editore a pagamento che a lui chiede solo di essere citato nei titoli dello sceneggiato che ne viene tratto. Il libro non venne distribuito e rimase sconosciuto al pubblico. Due anni dopo, nel 1980, è Garzanti a pubblicare “Un filo di fumo”, primo romanzo di una serie ambientata nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigata a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Con quest'opera riceve a Gela il suo primo premio letterario. Nel 1984 è la volta de “La strage dimenticata”, edito da Sellerio. Ma il successo come scrittore ancora non gli arride. Dovrà aspettare ancora molti anni: nel 1992, a 67 anni, qualcuno comincia ad accorgersi del suo talento: Sellerio pubblica “La stagione della caccia” ma è nel 1994 che vede la luce “La forma dell’acqua”, il primo romanzo che vede protagonista il commissario Salvo Montalbano. Il nome del personaggio è un dichiarato omaggio allo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán, ideatore dell’investigatore Pepe Carvalho con cui il commissario siciliano condivide amore per la buona cucina e buone letture, modi spiccioli e poco convenzionali nel risolvere i casi e storie d'amore complicate con donne altrettanto complicate. Nel 1996, pubblica “Il ladro di merendine”. Due anni dopo, “Un mese con Montalbano”, prima raccolta di racconti sul commissario seguita l'anno successivo da un'altra antologia di racconti intitolata “Gli arancini di Montalbano”. Ed è sulla scia del grande successo di pubblico dei romanzi e dei racconti di Camilleri, che dal 1999 la Rai produce vari riadattamenti televisivi con Montalbano interpretato iconicamente da Luca Zingaretti. Camilleri, forte di una carriera da sceneggiatore televisivo, non ha mai negato che i suoi romanzi avessero una struttura adatta alla trasposizione sul piccolo schermo. Gli episodi delle serie televisive (37 suddivisi in 15 stagioni, dal 1999 a 2021) riprendono la trama delle opere, in alcuni casi unendo più racconti brevi. Sull’interpretazione di Zingaretti, Camilleri ha detto: «Il mio commissario è meno aitante, meno scattante, ha reazioni diverse, non è così giovane, ma il modo di ragionare è simile. Nella sostanza, il commissario della fiction rispecchia perfettamente il Salvo Montalbano letterario. “U ciriveddu ci camina” a tutti e due allo stesso modo».
Le storie del poliziotto siciliano sono apprezzate anche all’estero: nel 2012 “Il campo del vasaio” (tradotto in inglese da Stephen Sartarelli) vince il premio International Dagger della Crime Writers' Association.
Nel 2015 Andrea Camilleri partecipa, nel ruolo di sé stesso, al docufilm “Il meridiano della solitudine”, diretto da Diego Ronsisvalle e prodotto da Rai cultura.
L'11 giugno 2018 recita al Teatro Greco di Siracusa il suo monologo “Conversazione su Tiresia”, in cui ripercorre la vita dell'indovino cieco collegandola alla sua sopravvenuta cecità.
Raccontò Camilleri che il suo particolare linguaggio nacque quando, assistendo suo padre morente, si trovò a raccontargli una storia che avrebbe voluto pubblicare e si rese conto di non saperla comporre in italiano. Fu suo padre a suggerirgli di scriverla così come gliel'ha raccontata. Camilleri era però consapevole che uno scrittore che volesse essere compreso da tutti non potesse limitarsi al siciliano. Occorreva un linguaggio equilibrato dove i termini dialettali avessero la stessa risonanza di quelli italiani. Fu un duro lavoro di elaborazione premiato da un successo mondiale: le oltre cento opere di Camilleri sono state tradotte in almeno trenta lingue, hanno venduto più di dieci milioni di copie e hanno ispirato persino il colorato universo Disney. Nel numero 2994 del fumetto Topolino (16 aprile 2013) la storia Topolino e la promessa del gatto è ambientata in Sicilia e Topolino collabora alle indagini del commissario Salvo Topalbano! Nella stessa storia compare il signor Patò, disegnato da Giorgio Cavazzano con la fisionomia dello scrittore siciliano.
Andrea Camilleri è mancato il 17 luglio 2019, a Roma, all’età di 93 anni. Riposa nel cimitero acattolico della Capitale, lo stesso in cui sono custodite le ceneri di Antonio Gramsci.
Per ritrovare il Maestro di Porto Empedocle è disponibile su
RaiPlay un’antologia di sue apparizioni televisive a partire da un intervento in bianco e nero risalente al periodo del lavoro in Rai come produttore e regista.
Il Fondo Andrea Camilleri ha già pronto il programma delle iniziative per il festeggiamento del Centenario il prossimo 6 settembre 2025.