16 - 22 aprile 2022

Settegiorni

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CINEMA E TV

Arrivano i vigili

Con la maggior parte degli italiani impegnata a seguire gli Azzurri nei campionati mondiali di calcio che si svolgono nel giugno 1970 in Messico, c’è una minoranza che non ha dimenticato di aver visto, due mesi prima sul secondo canale Rai, “Il Fidelio” di Ludwig van Beethoven, da sentire ancora il dovere di scrivere al direttore del Radio Corriere Tv Corrado Guerzoni, complimentandosi della scelta fatta dalla Rai.

Nel ringraziare i suoi lettori Guerzoni, tuttavia, esprime il rammarico che se l’opera del compositore tedesco non ha avuto il successo che meritava (l’Auditel sarebbe arrivato una quindicina d’anni dopo), era colpa del primo canale che, la stessa sera, aveva mandato in onda “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” (Rai Storia sabato 16 ore 17.00 e lunedì 18 aprile ore 9.30, disponibile su RaiPlay).

Secondo Guerzoni tenori e baritoni del calibro di Birgit Nilsson, Ludovic Spiess e Theo Adam nulla potevano di fronte a una task force del cinema italiano composta da Alberto Sordi, Gino Cervi, Aldo Fabrizi, Valeria Moriconi, Peppino De Filippo, Nino Manfredi, Tiberio Mitri accompagnati da una pattuglia di bravi caratteristi. “Il pubblico ha un’educazione musicale scarsa”, è la sentenza senza appello di uno sconsolato Guerzoni. Eppure le sequenze di apertura e chiusura del film che Mauro Bolognini aveva diretto nel 1956 sono quelle di due concerti della banda musicale dei vigili urbani di Roma che esegue musiche di Gioacchino Rossini. Prodotto da Luigi Rovere, soggetto di Paolo Frasca, sceneggiatura di Ruggero Maccari, Ettore Scola e Nicola Manzari, di “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” qualcuno scrisse che il pistoiese Bolognini aveva realizzato un’opera destinata “esclusivamente al pubblico dell’urbe”.

Senza tanti fronzoli invece la valutazione pastorale del Centro Cattolico Cinematografico che ne suggerì la visione a “un pubblico familiare e di giovanissimi”. Chi conosce bene Roma e la sua Polizia Municipale, cioè i “pizzardoni”, è Ugo Angeloni, attuale comandante del corpo, “prestato” dal Ministero dell’Interno con l’obbligo di rientro scaduti tre anni. Classe 1964, Angeloni è entrato in Polizia nel 1983, ventiquattro mesi dopo che alle Fiamme Oro erano state tolte le stellette: “Quando mi hanno chiamato a guidare la Polizia Municipale ricoprivo un ruolo equiparabile a un Questore”. Riguardo i personaggi del film di Bolognini, quasi tutti vigili urbani, lo spettatore di oggi nota alcuni dettagli come il casco calato sulla testa che ha un design analogo a quello usato da alcuni eserciti coloniali, una caratteristica peculiare perché, al contrario delle Forze dell’Ordine che avevano e hanno i berretti con visiera, il casco dei vigili poteva differenziarsi a seconda delle città, basti pensare a quelli dei “ghisa”, le guardie municipali milanesi, il più celebre dei quali al cinema resta quello interpretato da Franco Rimoldi in “Totò, Peppino e la… malafemmina”, girato lo stesso anno del film di Bolognini. Rimoldi, doppiato da Nando Gazzolo, ha al suo attivo solo il film di Camillo Mastrocinque, sufficiente però a farlo entrare nella leggenda, poi leggermente offuscata da Sordi che, quattro anni dopo, tornerà a vestire la divisa nel ruolo di Otello Celletti in “Il vigile” di Luigi Zampa.

Altra curiosità è quella del cambio della guardia dalle pedane poste in strada che prevede un duplice saluto militare. A questo proposito Angeloni informa che quel saluto è in voga ancora oggi come accade in Piazza Venezia, e uno strumento, quello della pedana, ancora utile, seppur fisicamente impegnativo per chi ci sta sopra. In “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” i vigili dormono in camerate identiche a quelle di una caserma militare, e anche in questo caso Angeloni ci mette al corrente che quella delle camerate è un’esperienza del passato verso la quale non esclude di tornare con modalità diverse: “Oggi quei locali sono adibiti a sale riunioni o mense”, ma un giorno potranno ospitare alcune brande destinate a chi ha turni particolarmente faticosi specie per chi risiede fuori città. “I vigili sono romani e laziali, ma ci sono anche alcuni residenti in Campania”.

Sono molte le gag divertenti presenti in “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo”, come ad esempio quella del personaggio interpretato da Sordi il quale, dopo Nando Moriconi e il mito dell’America, qui è il vigile Alberto Randolfi che ha un amore viscerale per la Francia e la sua lingua che tenta di imparare ma con scarsi risultati (un barista convince Randolfi che il Fernet è un liquore francese perché ha due t finali). Accanto alle star sopra citate, con Manfredi però ignorato dal trailer, “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” annovera anche straordinari second role che impreziosiscono il quinto lungometraggio di Bolognini: Memmo Carotenuto è un cittadino che protesta contro il traffico con il vigile Paolo/Manfredi intento a misurare l’inquinamento acustico (nel 1956!) della città; Mino Doro è l’esaminatore di lingua francese; Ciccio Barbi è il turista francese in sidecar; Mario Brega è lo sparring partner di Mitri sul ring; Riccardo Garrone è l’automobilista indisciplinato; Marco Tulli è il commilitone dileggiato da Randolfi; il ragazzo che scorrazza per Piazza Barberini è Corrado Martufi che aveva esordito pochi anni prima all’età di undici anni e a quella di venti decise di finirla col mondo del cinema, dopo aver lavorato in importanti set italiani e stranieri. Infine la piccola grande stella con la faccia da birichino qual era quella di Edoardo Nevola, qui Tonino Spaziani, il quale, all’età di otto anni (nel film gliene tolgono un paio) era già al suo terzo film e in quel 1956 era stato prima figlio di Pietro Germi e fratellino di Sylva Koscina in “Il ferroviere”, poi in “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” è Fabrizi a essere suo padre, con Moriconi sorella maggiore.

“Ero sulle braccia di Valeria, me la godevo alla grande, la riempivo di bacetti”: Nevola ride senza nascondere la nostalgia per quello straordinario periodo della sua vita che gli consente oggi di rivedersi grazie ai suoi film, ed è stato proprio quello girato per e con Germi che convinse Bolognini a chiedere a Silvio Battistini, agente di Nevola, di poterlo arruolare per il suo. Caratterialmente diversi, sul fronte artistico Germi e Bolognini sono per Nevola due fuoriclasse della macchina da presa; sul film di Bolognini l’unico rammarico di Nevola è quello di non essere presente in sequenze con tutti gli attori del cast, conservando così ricordi di Moriconi e Fabrizi (quest’ultimo lo chiamerà due anni dopo nel suo “Il maestro”) in casa e nella palestra dove è seduto insieme a loro due mentre assiste all’incontro di boxe di Sandro/Mitri: “In realtà non avevamo nulla di fronte, la ripresa è su di noi, poi montata con le fasi del match e Mitri, persona dolcissima, sembrava più interessato alla carriera di boxeur che a quella di attore”. Sul set Giuliana Nevola, mamma di Edoardo, ricevette i complimenti di Bolognini dispiaciuto di non aver affidato più dialoghi a suo figlio, con quest’ultimo che lamentava lo “spreco” di dover fingere di dormire, anziché partecipare ai discorsi fra Antonio/Fabrizi e Maria/Moriconi. Uno dei meriti che il regista accreditava a Nevola era la sua capacità di doppiarsi evitando la cadenza romana, questo grazie all’insegnamento ricevuto proprio da mamma Giuliana: “E sono nato in via Magna Grecia, quartiere San Giovanni”, puntualizza Nevola. Dopo il successo del film, per le strade di Roma Nevola era festeggiato dai vigili urbani che fino a quel momento vedeva sempre pronti a sanzionare. Quanto all’onesto e integerrimo Randolfi fatto trasferire d’ufficio per la sua severità, Angeloni non esclude che un tempo una cosa del genere potesse accadere, oggi però la esclude: “Basti pensare che a ogni chiamata di intervento, nove volte su dieci scatta la contravvenzione”.     
 
TRAILER
https://www.youtube.com/watch?v=HhBF7B9F0UA
 
GUARDIA, GUARDIA SCELTA, BRIGADIERE E MARESCIALLO di Mauro Bolognini – 1956 – 87’
Con Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Gino Cervi
 
Pasquale Mazzetti (Cervi) è il maresciallo comandante di una compagnia di vigili urbani del centro di Roma, nonché direttore d’orchestra della banda del corpo; fra i musicisti si distinguono la guardia Alberto Randolfi (Sordi), la guardia scelta Giuseppe Manganiello (De Filippo) e il brigadiere Antonio Spaziani (Fabrizi). In strada ogni automobilista si augura di non incontrare l’integerrimo Randolfi, uno capace di multare i pedoni che attraversano la strada fuori dalle strisce pedonali; nel tempo libero Randolfi tenta di imparare la lingua francese con la speranza che gli possa garantire una carriera più veloce. A Manganiello invece della carriera importa poco, a lui interessa quella di musicista per la quale sarebbe disposto a qualsiasi compromesso. Quanto a Spaziani, matricola n. 181, è l’unico del gruppo ad avere una famiglia, preoccupato per la propria figlia in procinto di sposare un pugile ancora indeciso se diventare professionista o meno. Povero Mazzetti, quanti grattacapi gli danno i suoi uomini.
 
Produzione Enic/Imperial Film, distribuzione Enic. Uscita cinema 20 aprile 1956, prima tv Rai primo canale 13 aprile 1970.
 
FONTI
Libertà, 28 aprile 1956
Radio Corriere Tv n.15 12/18 aprile 1970
Radio Corriere Tv n.24 14/20 giugno 1970
AAVV Nuova Guida Cinematografica, Ente dello Spettacolo 1977
Il Giornale, 15 dicembre 2000
Conversazione con Edoardo Nevola, 5 aprile 2022
Conversazione con Ugo Angeloni, 8 aprile 2022

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