All’epoca non l’avrebbero chiamata
docufiction, ma tale era “
Diario di un maestro” in onda sul canale Nazionale (
Rai 1)
dall’11 febbraio al 4 marzo del 1973. Una serie tv dedicata al disagio giovanile e all'abbandono scolastico nella periferia romana, liberamente tratta dal libro
Un anno a Pietralata (
1968) dell’insegnante-scrittore
Albino Bernardini e interpretata da ragazzi e residenti delle borgate Tiburtino III, Pietralata, e La Torraccia.
Il regista
Vittorio De Seta la realizza nel
1972 per la televisione, quindi adatta il girato per il grande schermo nel
1975. Protagonista è il maestro Bruno D’Angelo (
Bruno Cirino) a cui viene affidato l’incarico di occuparsi della quinta elementare di una scuola del Tiburtino III. Una classe definita “di scarti” da altri insegnanti, composta da ragazzi con vite difficili e famiglie disagiate. Il giovane maestro, però, non si lascia scoraggiare, instaura un dialogo e va persino di casa in casa a parlare con i genitori. Sperimenta un metodo di insegnamento nuovo ed efficace basato su comprensione e ricerca, agli antipodi del nozionismo sterile promosso dal preside e dai colleghi. Un metodo umano che stimola la partecipazione, la presenza, la creatività individuale adattandole al contesto sociale.
Con Diario di un maestro Vittorio De Seta, che
Martin Scorsese ha definito «un antropologo che si esprime con la voce di un poeta», reinventa la televisione attraverso un’ assoluta novità che non è sceneggiato, non è fiction, non è cinema verità, non è neorealismo e non è cinema di poesia nella accezione pasoliniana. È piuttosto segno politico di un’esigenza narrativa che scaturiva dal
’68 ed è frutto di una convergenza di fenomeni che da Pasolini a Olmi, dalla documentaristica civile a certo lavoro di Comencini, ha segnato lo sguardo sociale e ha arricchito il nostro patrimonio cinematografico.
Oggi ci sorprende il cinema che riflette lucidamente sulla scuola, sui suoi disagi, alle prese con le integrazioni culturali ed etniche, perché ignoriamo l’esistenza di un patrimonio a cui attingere che molti anni fa ha raccontato altrettanto lucidamente quei disagi e suggerito una soluzione, inventando un percorso nuovo: la cosiddetta scuola attiva.
Nell’
ottobre 2008, il
Laboratorio di restauro della Cineteca di Bologna, con la collaborazione di
Rai Teche, ha restituito il capolavoro di De Seta nella sua integrità. Il progetto di recupero ha riguardato lo sceneggiato televisivo del ’73 e la “versione ridotta” per il cinema del ‘75. Quest’ultima, restaurata in alta definizione, è stata presentata come “evento speciale” alla
XXVI edizione del Torino Film Festival. La proiezione al cinema Massimo è stata introdotta da una conversazione tra Vittorio De Seta e l’allora direttore artistico
Nanni Moretti.
In occasione del cinquantenario dalla messa in onda,
lunedì 13 febbraio alle 23.32,
Rai Radio 1 dedica a “Diario di un maestro” una puntata speciale di “
Plot Machine”, registrata in via eccezionale nella
Biblioteca Rai di viale Mazzini, con intervista alla dottoressa
Silvia Bruni, per sottolineare la sinergia tra le Teche e il format radiofonico.
Corriere Informazione, A tu per tu con il maestro televisivo, 17 febbraio 1973
L'Unità, Nostre Inchieste, 25 febbraio 1973