4-10 marzo 2019

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copertina In digitale la storia recente della Sicilia. I robot trasformano le cassette in file
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In digitale la storia recente della Sicilia. I robot trasformano le cassette in file

Cinquantamila cassette che contengono la storia di Rai Sicilia, telegiornali, trasmissioni, filmati, dal 1979 al 2014, nell’arco di tre anni saranno trasferite su 500 supporti digitali ad alta densità. È stata avviata la digitalizzazione della teca di Rai Sicilia, la prima sede regionale digitalizzata. Sono infatti a pieno regime le cosiddette ’robotiche’ che stanno trasformando in file digitali le cassette registrate in oltre 40 anni di vita della redazione regionale della Tgr Sicilia.

“Si tratta di un immenso patrimonio di storie e testimonianze che sarà innanzitutto salvato dal degrado del tempo e poi reso disponibile in digitale per le produzioni aziendali. Ma le cassette, che sono un patrimonio professionale e storico, resteranno nella nostra sede, non verranno né alienate né distrutte”, ha spiegato Salvatore Cusimano, direttore della sede Rai Sicilia, che ha presentato il progetto a Palermo, con il caporedattore della Tgr Sicilia Rino Cascio, i responsabili di Rai Teche Roberto Rossetto e Piero Gilotto, gli ingegneri Laurent Boch, del Centro Ricerche e Innovazione della Rai di Torino, e Giorgio Balocco di Rai Teche e i funzionari che hanno ideato e finalizzato l'impianto. Il progetto tecnologico è stato pensato e realizzato da Direzione Teche e Crits, in stretta collaborazione con Direzione Ict, Produzione Tv e Coordinamento sedi regionali ed estere.
Attualmente nelle teche della Sicilia - Palermo e Catania - ci sono più di 39 mila ore fra trasmissioni e girato. I formati vanno dal più antico Bvu al Beta, l’ultimo formato analogico utilizzato prima che l’avvento del digitale trasformasse profondamente il modello produttivo delle aziende multimediali.  L'infrastruttura, in grado di riversare 120 cassette al giorno, è destinata a costituire il polo di digitalizzazione del Sud Italia. Il progetto avrà anche la collaborazione del Cricd, il Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione dei beni culturali della Regione Siciliana. È allo studio anche una convenzione con l'Università di Palermo.

L’archivio di Rai Sicilia che sarà digitalizzato conserva tra l’altro anche le 542 cassette del processo Andreotti. Contiene dunque la storia degli ultimi 40 anni, che ha visto scrivere in Sicilia pagine di rilevanza internazionale: dalla stagione dell’aggressione mafiosa, delle stragi del '92, alla risposta dello Stato, agli arrivi in massa dei migranti. Ed ancora, tutte le interviste, le immagini e i filmati di grande valore riferibili alla vita culturale dell'isola, ai suoi scrittori, ai suoi paesaggi e alla sua ricchezza monumentale. Inoltre, della teca fanno parte immagini uniche come quelle delle eruzioni sull’Etna e sullo Stromboli, momenti storici come la vicenda del terremoto del Belice e della mobilitazione popolare per la ricostruzione. Per non dire dei documentari girati da un giovane regista diventato premio Oscar, Giuseppe Tornatore.
“Un archivio digitalizzato costituisce una miniera anche per le produzioni aziendali”, ha spiegato il direttore Cusimano: “Un esempio per tutti, il più recente: la docufiction Maxi, in sei puntate, voluta da Rai Storia e fondata in gran parte sui materiali di archivio registrati dalla sede in occasione dello storico primo maxiprocesso alla mafia del 1986-87, e digitalizzati sempre a Palermo lo scorso anno”.   
“La digitalizzazione permetterà anche ai nostri giornalisti di avere a disposizione questo tesoro che è l'archivio Rai in modo più fruibile”, ha detto il caporedattore Rino Cascio: “è un grande salto di qualità per raccontare con una marcia in più i fatti quotidiani e la nostra storia”.   “Il materiale digitale - ha sottolineato ancora Cusimano - sarà non soltanto a disposizione dell'azienda e dei suoi giornalisti, ma anche di tutti coloro che per un qualche interesse avranno bisogno di consultare il catalogo multimediale”.
La rilevanza della digitalizzazione siciliana è stata messa in evidenza anche da Maria Pia Ammirati, direttore delle teche Rai, che ha indicato le prossime tappe: “Non è un progetto solitario ma organico, e Palermo ne è sede sperimentale. La digitalizzazione delle sedi nasce 3 anni fa - ha ricordato in una dichiarazione - in accordo con il Coordinamento Sedi per digitalizzare quel patrimonio straordinario dei territori, comprese le sedi estere. Palermo è il punto di partenza e dimostra la nostra capacità e la nostra autonomia nel digitalizzare direttamente ‘in casa’, con personale delle nostre sedi e nostre strumentazioni”. Una capacità dimostrata soprattutto nella sede di Milano, dove si sta lavorando su una doppia stazione di digitalizzazione, e che proseguirà “con Campobasso, Firenze, Bologna, Torino dove il progetto è già avviato, mentre tra le sedi estere si è conclusa la digitalizzazione di Bruxelles e entro l’estate ci auguriamo di digitalizzare quella di Londra”.

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