VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Tutta la squadra medica di DOC 2, con Luca Argentero in primo piano sulla destra. In sovrimpressione la scritta "La seconda stagione dal 13 gennaio"

Su Rai1 la seconda serie di Doc/Nelle tue mani

Di Guido Barlozzetti

Torna Doc su Rai1! Doc lo conosciamo bene, è il dottor Andrea Fanti e il suo è un ritorno largamente atteso dal pubblico.

Sono stati tanti a seguire la prima serie, tratta da una storia vera, che il Covid ha diviso in due tranche, nella primavera e nell'autunno dello scorso anno. Otto milioni e mezzo con il 30% di share, miglior esordio di una serie dal 2007. Da giovedì 13 gennaio otto serate di due episodi.

Doc è Luca Argentero, un divo della fiction - e del cinema - che ha contribuito al successo con una simpatia e soprattutto un sorriso che gli ha permesso di stabilire un contatto immediato e profondo con gli spettatori. Per la fiction della Rai è un evento che segna una stagione, perché il personaggio non solo ha raggiunto il top degli ascolti ma è entrato far parte dei testimonial più riconoscibili della produzione seriale del servizio pubblico.

Al debutto, in uno dei momenti più difficili dell'emergenza della pandemia, Doc ha portato nelle case una vicenda ospedaliera all'insegna della speranza e della fiducia nella possibilità di rinascere da una difficoltà che poteva essere estrema. Naturale, quindi, che si sia subito candidato a un sequel.

Naturalmente, non basta un protagonista per fare la fortuna di una serie, Doc/Nelle tue mani fa leva sull'ambiente hospital - una lunga tradizione in America e in Italia, che va da Il dottor Antonio nell'anno d'esordio della televisione, il 1954, a Linea verticale con Valerio Mastandrea (2018) - su una larga combinatoria di personaggi e su un mix di generi che intreccia la dimensione medica al versante sentimentale e al thriller.

È stata la formula vincente della prima stagione, nella quale il dottor Fanti si è ritrovato privo della memoria degli ultimi 12 anni, dopo che un padre che lo accusava di aver causato la morte del figlio, gli ha sparato colpendolo alla testa. Da qui un cammino tortuoso e complicato volto non solo a recuperare la memoria, ma anche a ritrovare un'identità umana e professionale, un cammino nel quale i dodici anni di intervallo hanno determinato cortocircuiti e spaesamenti con i quali il medico ha dovuto confrontarsi.
Non ricordava che era morto un figlio e che si era separato dalla moglie, Agnese/Sara Lazzaro, la direttrice dell'ospedale, e non riconosceva nell'assistente, Giulia/Matilde Gioli, la donna con cui aveva una relazione.

A sostenerlo la grande capacità di affrontare e risolvere I casi con cui si presentano i pazienti, a cui aggiunge - lui che prima dell'incidente era chiuso in una freddezza professionale, distante e respingente - una determinazione ad assumere nei confronti della vita un atteggiamento di empatia, apertura e coinvolgimento degli altri, a cominciare appunto da chi viene in ospedale per avere una cura.

Accanto a questa linea di recupero di una consapevolezza, la prima serie inseriva una sottotrama thriller legata alla vicenda che ha portato al ferimento di Fanti, nella quale emerge il lato oscuro di una macchinazione ostile nei suoi confronti.
In questa seconda stagione cambiano molte cose. Intanto, una novità sostanziale, Doc nelle tue mani 2 è la prima fiction in cui si parla apertamente di pandemia. L'attualità irrompe nella fiction e la fiction si rovescia sull'attualità, tanto più se si ricorda che le riprese sono avvenute proprio nel tempo della clausura del Paese.
Nella storia che svolge la nuova serie Fanti ha messo alle spalle i problemi della prima e mantiene le caratteristiche umane e psicologiche con cui ha superato la prova identitaria: pieno di entusiasmo, fortemente impegnato a mantenere la tenuta e la qualità della squadra con cui lavora, e capace grazie al suo intuito e alla sua preparazione di anticipare quello che sta per accadere, si tratti dei problemi di un caso o di una pandemia.

Nella riconferma della cornice però molte cose cambiano, secondo una legge strutturale della fiction che affida la continuità a un equilibrio tra la ripetizione che il pubblico si aspetta e le sorprese da cui vuole essere incuriosito e spiazzato.
Abbiamo accennato alla novità più rilevante, la pandemia, ed è proprio l'emergenza a ricompattare la squadra e, al tempo stesso, a generare un'inchiesta che riguarda il modo con cui Fanti l'ha affrontata, con un rischio che riguarda la stessa possibilità di continuare a lavorare come medico.

Stessa complicazione sul piano delle relazioni perché il dottor Fanti non solo si riavvicina alla moglie Agnese ma deve fare i conti con una figlia ribelle - Carolina/Beatrice Grannò - che viene a lavorare nell'ospedale e s'innamora di un nuovo chirurgo, Edoardo Valenti/Gaetano Bruno, con il quale il padre non è nel migliore dei rapporti. E arrivano anche un nuovo primario che vorrebbe ridimensionare il reparto e un'infettologa, Cecilia Tedeschi/Alice Arcuri, entrambi presi in una visione asettica della medicina. Doc l'ha conosciuta ai tempi dell'università e con lei si apre un altro filo… Problemi anche per Giulia che manifesta una malattia…

Poi, ci sono le vicende della squadra, chi se ne vuole andare, chi si è innamorato e non si sente corrisposto, nuove occasioni e nuovi legami che nascono con le nuove entrate: il medico Damiano Cesconi/Marco Rossetti, un romano ironico e disilluso che fa breccia in ogni cuore, Lucia Ferrari/Giusy Buscemi, una psicologa chiamata per affrontare lo stress post pandemia, Massimo Gentile/Lorenzo Frediani, con cui Elisa/Teresa Maraldi, una delle specializzande, ha stabilito un rapporto on-line, e infine Umberto Caruso/Massimo Rigo, il direttore amministrativo, responsabile dell'inchiesta che coinvolge Doc.

Insomma, una sceneggiatura multitrand, con una trama che s'incentra su Doc e un reticolato di sotto trame che comunque passa per lui e che lui tenta di governare sempre nel senso di sostenere l'ospedale nel quale lavora.

Sono molte le prove che lo attendono, personali, collettive, mediche, deontologiche, tanto più in un contesto in cui irrompe la pandemia. Se da un lato, seguiremo nel suo cammino Doc, dall'altro la fiction ci porrà di fronte ad un'alternativa di valori che riguardano il modo di interpretare la professione del medico, quella fra una visione freddamente scientifica e un impegno caldo e di umana reciprocità. Un tema di evidente e drammatica attualità.

 

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