VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

È morto David Sassoli

Di Guido Barlozzetti

 

David Sassoli ci lascia la continuità appassionata e sempre garbata di un impegno diviso tra giornalismo e politica, dalla conduzione del Tg1 alla presidenza del Parlamento europeo.

È morto questa notte, all’età di sessantacinque anni, nel Centro di Riferimento oncologico di Aviano “per una disfunzione del sistema immunitario” sopravvenuta a una polmonite che lo aveva colpito nel mese di settembre. Ma non è certo il caso di entrare nei dettagli di una scomparsa e di una sofferenza, quanto piuttosto di ricordare una figura di trasparente passione che lo ha ispirato nel lavoro giornalistico e lo ha spinto poi ad intraprendere un percorso diretto nella politica e nell’orizzonte delle istituzioni europee.

“Sono profondamente rattristata dalla morte di un grande europeo e italiano - scrive in un tweet la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen - David Sassoli è stato un giornalista appassionato, uno straordinario presidente del Parlamento europeo e soprattutto un caro amico". E così il presidente del consiglio Mario Draghi: “Siamo sgomenti, era simbolo di equilibrio e generosità". Tra i colleghi, il ricordo/testimonianza di Enrico Mentana: “Di chi se ne va si parla sempre bene, ma il David giornalista che ho conosciuto davvero univa passione, talento e un tratto umano – educato, sereno- che tra noi è merce rara. Sit tibi terra levis”.

David Sassoli era prossimo alla scadenza di un mandato rispetto al quale aveva escluso una ricandidatura, avendo verificato il rischio di una spaccatura nello schieramento dei socialisti e democratici e nonostante l’apprezzamento generale per l’atteggiamento e le posizioni assunte nella presidenza del Parlamento UE. Sempre pronto a dare attenzione agli emarginati, ai migranti, alle donne e alle minoranze. E così anche continui i suoi richiami ad una politica che affrontasse il climate change, alla difesa della libertà di stampa - lui che nel 2002 fu tra i fondatori di Articolo 21/Liberi di… - e alla necessità di fare delle istituzioni europee un luogo di riconoscimento per i cittadini.

Era nato a Firenze nel 1956 e il lavoro di giornalista del padre l’aveva presto portato a Roma. Il liceo Virgilio, la laurea in scienze politiche e poi l’inizio di un cammino giornalistico nel quotidiano Il Tempo, poi all’Asca e al Giorno fino ad entrare in Rai nel 1992. La cultura di riferimento è quella del cattolicesimo democratico che lo vede impegnato nella associazione La Rosa Bianca così come nello scoutismo.

Comincia dal Tg3, inviato di cronaca - si occupa di mafia, Tangentopoli, le inchieste sulle stragi - e collabora con Michele Santoro nei talk serali Il Rosso e il Nero e Tempo reale. Nel ’96 conduce su Rai2 la trasmissione del pomeriggio Cronaca in diretta e due anni dopo Prima/La cronaca prima di tutto, rotocalco quotidiano del Tg1. Qui esordisce come inviato speciale per passare a condurre l’edizione delle 13.30 e poi delle 20. Nel 2007, con l’arrivo alla direzione di Gianni Riotta, diventa vicedirettore e responsabile dei settimanali di approfondimento Speciale Tg1 e Tv7.

A questo punto, il passaggio decisivo nell’orientarne il percorso. Su proposta del segretario Dario Franceschini viene candidato come capolista del Partito Democratico alle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2009. È un trionfo, oltre 400mila preferenze, Sassoli diventa capogruppo del Pd al Parlamento Europeo. Nel 2013 tenta la strada del Campidoglio di Roma, ma nelle primarie per le elezioni a sindaco arriva secondo con il 28% davanti a Paolo Gentiloni e alle spalle di Ignazio Marino che diventerà sindaco.

Si ricandida alle elezioni europee con il PD e il 1° luglio 2015 viene eletto Vicepresidente del Parlamento con delega alla politica del Mediterraneo, al bilancio e al patrimonio. Da ricordare l’azione per l’apertura del mercato dell’alta velocità nei trasporti ferroviari e quella per la sicurezza degli autotrasportatori e per norme sulla concorrenza nel trasporto su gomma. Un’attività significativa anche nell’orizzonte euro-mediterraneo e per la trasparenza e la tracciabilità delle spese dell’istituzione.

Rieletto per la terza volta, il 3 luglio 2019 arriva alla presidenza del Parlamento, è il settimo italiano, da Alcide De Gasperi a Antonio Tajani, a ricoprire la carica. Il primo atto lo porta alla stazione di Maalbek per rendere omaggio alle vittime degli attentati terroristici di Bruxelles. Sostiene l’economia viola all’insegna della sostenibilità, chiede di riformare il Regolamento di Dublino e, mentre si diffonde il Covid, una politica europea per gli investimenti nella ricerca.

L’ultima apparizione il 16 dicembre. Sassoli critica le regole sull’unanimità e il veto che bloccano le decisioni dell’UE, auspica che venga riconosciuto al Parlamento un potere di iniziativa legislativa e richiama alla questione dell’energia e a un’Europa che solo con la credibilità può arginare le derive populiste e le gabbie del Patto di Stabilità: “Non possiamo più ingabbiare il nostro futuro e quello dei nostri figli nella regola del 3%”. I funerali venerdì a Roma nella chiesa di San Maria degli Angeli.

 

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