I COLORI DI UN CAMPO DI GIRASOLI

Tema musicale consigliato: Concerto per tromba in Re maggiore di G.P. Telemann

Ascolta l'audioracconto (durata 4 minuti) | Credits

In un paesino di collina, era spuntata, su un morbido campo, una distesa di girasoli. Il giallo splendente delle loro corolle illuminava l’intera vallata, il verde dello stelo creava un’atmosfera forte, unica e tutti coloro che passavano da lì si incantavano ad osservarli, era un’immensità di colori, giallo, verde, marrone, contornati dall’azzurro del cielo e dalle bianche nuvole.

Tra di essi ce n’era uno molto speciale. Il suo stelo era alto e robusto e i suoi petali vellutati emettevano un luccichio che ricordava la luce dell’alba, il suo profumo inondava tutta la vallata. Non a caso gli era stato dato il nome di Re Girasole.

I passanti rimanevano a fissarlo per ore e tutti, puntualmente, esclamavano: “Che magnifico girasole!”. La lucentezza della sua corolla era incantevole. Re Girasole si sentiva dire così spesso di essere bello come il sole che, giorno dopo giorno, si convinse di essere davvero uguale a lui.

Così, una mattina si domandò: “Perché io, che sono più bello del Sole, devo trascorrere le mie giornate a venerarlo? Se prendessi il suo posto, tutto il mondo, potrebbe ammirarmi.… Ho deciso! Mi staccherò da terra e mi dirigerò verso l’orizzonte. Poi, quando avrò raggiunto il punto in cui il sole si adagia per tramontare, lo spingerò via e prenderò il suo posto”.

Con uno sforzo smisurato staccò le sue radici da terra, abbandonò gli altri girasoli e si avviò verso l’orizzonte.

Ben presto cominciò ad avvertire una sete insistente, il suo stelo e le sue foglie si afflosciarono e i suoi petali, ormai appassiti, persero il luccichio di un tempo. Nessuno più, nell’incontrarlo, diceva che fosse bello come il sole. Capì di aver commesso un grave errore a credere di potersi sostituire al sole.

Un giorno, sul far della sera, Re Girasole intravide davanti a sé una linea: era la l'orizzonte. Il Sole, gli chiese come mai vagabondasse anziché tenere le radici ben salde al suolo. Il fiore, con voce stanca, gli rivelò quello che un tempo era stato il suo sogno. Alle sue parole il Sole esclamò: “E così volevi cacciarmi via!"

Re Girasole non riuscì a trattenere un pianto disperato. “Ho peccato di superbia! – disse singhiozzando – e mi sono condannato!” E intanto provava ad asciugarsi le lacrime con le foglie ormai marroncine tutte rinsecchite.

Il Sole si intenerì: “E’ vero – gli disse – sei stato superbo. Ma ora sei pentito e io ho deciso di perdonare la tua impertinenza”. Gli puntò contro un raggio di luce che lo colpì in pieno. I suoi petali iniziarono a brillare, il suo stelo divenne di cristallo e come per incanto, si intravide una luce molto luminosa! Lentamente si sollevò nell’aria e, salendo, andò a posarsi nel cielo: Re Girasole era diventato una stella!

Da quel giorno, ad ogni tramonto, Re Girasole appare sulla linea dell’orizzonte come un minuscolo punto di luce e quando il Sole si adagia, lo saluta con un grande sorriso.

 

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