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Report Extra. Pillole del sapere, come va a finire?

7 dicembre 2012

di - Società

Report Extra. Pillole del sapere, come va a finire?

Stagioni: 2013
Argomenti: Società
Autori: Sigfrido Ranucci

Report domenica 9 dicembre torna a parlare delle “Pillole del sapere”: video di 3 minuti, comprati da una commissione mista Miur-Ansas a 39 mila euro l'uno, mentre le scuole non hanno la carta igienica, gli insegnanti vengono tirati per il collo e si preparano tagli per centinaia di milioni per i prossimi anni. Secondo le testimonianze di un dipendente che ha realizzato per la Sbressa molte delle 12 pillole acquistate dal Miur, di pillole ne aveva preparate centinaia e nelle intenzioni erano tutte destinate alla pubblica istruzione.

E pensare che invece il Ministero le pillole avrebbe potuto averle gratis. Un professore esperto d'informatica le aveva realizzate con un gruppo di studenti di una scuola di Pomigliano d'Arco, le aveva chiamate "pillole della conoscenza" e le aveva offerte gratuitamente al Miur, proprio mentre il tavolo degli esperti nominati dall'ex ministro Gelmini, guidati da Giovanni Biondi, stavano acquistando per circa 500 mila euro i video prodotti da Interattiva Media della Sbressa.

Il professore aveva chiesto un modesto contributo per farle veicolare tra le scuole, ma un solerte dirigente del ministero risponde che purtroppo non c'erano soldi da spendere.

Comunque dopo la denuncia di Report nell'inchiesta sulla Bpm dal titolo la Banca degli Amici, Ilaria Sbressa ha denunciato per diffamazione gli autori dell'inchiesta e ha chiesto un risarcimento danni per 35 milioni di euro. Il Ministro Francesco Profumo invece ha avviato un'ispezione interna, vuole ora fare chiarezza sia sull’acquisto delle Pillole sia sul finanziamento arrivato all'azienda Interattiva Media della Sbressa di oltre 5 milioni di euro nell’ambito del progetto Smart Cities.

Proprio per valutare l'effettivo costo delle pillole il Ministro si è rivolto al Tribunale di Roma, affinché sia un perito indipendente a dare una risposta definitiva sulla congruità del prezzo.

Fiorentino, capo gabinetto del Ministro ha detto che se risulterà che le pillole sono state pagate troppo, chiederà i soldi indietro alla Sbressa, ma sarà facile?

Intanto Report come tradizione ha continuato a occuparsi della vicenda, ed è emerso che una delle principali aziende della Sbressa, Interattiva, non ha versato per anni contributi ai dipendenti, è fallita dal novembre del 2011 e vanta un passivo nei confronti di Equitalia di circa un milione di euro.

Ha un contenzioso aperto anche con la Rai, a cui dovrebbe 415 mila euro per un progetto, che prevedeva la realizzazione di un documentario e video destinati alla Farnesina. E la Sbressa, secondo Viale Mazzini, sarebbe stata inadempiente.

Nonostante questo la signora Sbressa, grazie al fatto di aver creato aziende con nome simile, tipo Interattiva Media, ha continuato a ottenere soldi pubblici.

È riuscita ad inserirsi sul mercato elettronico della Consip, la società dipendente dal Ministero delle Finanze, voluta per rendere più trasparenti ed economici gli acquisti della Pubblica Amministrazione.

Ma in Consip ci hanno detto i controlli vanno a campione e basta autocertificarsi.

E per coincidenza nessuno della Consip ha mai controllato i bilanci delle aziende della Sbressa, o se la Sbressa fosse un'imprenditrice affidabile con cui la Pubblica Amministrazione potesse tranquillamente fare affari. Né ha mai controllato se in quanto fornitrice dello Stato fosse a posto con il versamento dei contributi. E così grazie a un'altra società, Interattiva Media, è riuscita a vendere al Miur le "Pillole del sapere" a 40 mila euro.

Avrebbero dovuto vigilare e valutare la congruità del prezzo anche gli esperti scientifici messi a capo dell'Ansas, l'agenzia vigilata dal Miur che ha acquistato le pillole.

L'hanno fatto?

Intanto quello che è certo è che la Sbressa con Interattiva, la società fallita già da un anno, controlla ancora oggi il 70% del consorzio Alphabet, di cui è anche amministratrice, grazie al quale gestisce il canale 33 della piattaforma digitale terrestre.

I video che vengono trasmessi sul canale vengono prodotti dall'altra azienda, Interattiva Media, che fa sempre riferimento alla Sbressa.

Del consorzio fanno parte per il 25% Elea, del gruppo Idi, anch'esso dal 2010 finito in procedura di concordato fallimentare; poi la Soipa, amministrata da Gabrio Caraffini, le cui quote sono state sequestrate dalla magistratura, e lo stesso Caraffini è stato arrestato con l'accusa di bancarotta e riciclaggio.

Insomma un consorzio un po' sgangherato che gode di una concessione pubblica, e viene da chiedersi, chi e come tra i soci pagherebbe eventuali sanzioni amministrative?

Ma pare che Agcom e Ministero dello Sviluppo, che nel 2008 hanno giudicato i requisiti del consorzio, idonei, non si sono accorti di quello che è successo.

A proposito di come sono state rilasciate le autorizzazioni al consorzio da parte di Agcom e Mise, Report tornerà ad occuparsene. Intanto vi anticipiamo un breve stralcio dell'inchiesta che andrà in onda domenica 9 curata da Sigfrido Ranucci con la collaborazione di Giorgio Mottola.

 

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