Un racconto in punta di piedi, discreto e necessariamente incompleto. Le telecamere leggere del gruppo di Rai Tre che sta realizzando "Progetto Onna" privilegiano la spontaneità del racconto e delle testimonianze, alle esigenze televisive della qualità tecnica e della asettica pulizia del linguaggio. Un racconto "sporco" quindi, ma immediato e spontaneo, che lascia agli onnesi il compito di raccontare sempre in prima persona, tre anni di vita e di incancellabile dolore, da quella maledetta notte che si è portata via, con quaranta vite, speranze, progetti, futuro, a oggi, quando, sparite le ruspe che hanno eliminato le macerie, si attendono le gru. Il rischio è che anche a Onna, nonostante tutte le opportunità e le speranze, possa subentrare con la delusione e la rabbia, la rassegnazione.