In questa puntata Gabriella Caramore raccoglie la testimonianza di Arrigo Cavallina, che ha raccontato nel libro La piccola tenda d'azzurro che i prigionieri chiamano cielo - titolo tratto dalla «Ballata del carcere di Reading» di Oscar Wilde- i suoi anni trascorsi in carcere, dove ha scontato una condanna per gravi atti di terrorismo compiuti negli Anni di piombo. Nel difficile cammino per riguadagnare la dignità perduta e una nuova speranza, Cavallina ha trasformato la sua esistenza, fondata oggi sulla conversione religiosa: da alcuni anni è operatore sociale e volontario di due associazioni veronesi di recupero di ex tossicodipendenti e si occupa di chi ancora vive dietro le sbarre o di chi è uscito dal carcere e non riesce più a integrarsi nella società. Interviene nella puntata anche il regista Fabio Cavalli, che ha diretto alcuni detenuti-attori all'interno della Sezione di Alta Sicurezza del Carcere romano di Rebibbia per un allestimento de La Tempesta - nella traduzione in napoletano di Eduardo De Filippo - nel quale sono portati in scena i tormenti, ma anche le speranze, che sono propri dei detenuti stessi. Libri: Arrigo Cavallina, La piccola tenda d'azzurro che i prigionieri chiamano cielo, Ares, 2005 Arrigo Cavallina, Misericordia e giustizia. Letture sul perdono nei due Testamenti, Il Segno dei Gabrielli editore, 1998 Disperata è la nostra sorte, se non venga in soccorso una vostra comprensione così umana e viva e un'intercessione così persuasiva che ci aiuti a conquistare indulgenza e il perdono ai nostri errori. E se a voi, signore e signori, piace di esssere perdonati anche dei piu` piccoli peccati vostri, concedete adesso a me, a noi, licenza di partire liberi e assolti dalla vostra clemenza. (Prospero nell'ulitima scena de La tempesta di Shakespeare) La foto è tratta da La Tempesta, messa in scena in questi ultimi mesi dai detenuti della sezione di Alta Sicurezza di Rebibbia, diretti dal regista Fabio Cavalli.