Cesare Romiti uomo cardine del capitalismo italiano nato a Roma - quartiere Esquilino - tra S.Giovanni e S.Croce in Gerusalemme da famiglia povera, orfano di padre dai suoi sedici anni, riusci' a finire gli studi con grandi stenti. Le difficlta' economiche - dice - sono state un grosso impulso per riuscire. Infatti, Cesare Romiti si laurea in Economia e Commercio all'Universita' di Roma, sede di Piazza Fontanella Borghese. Romiti ricorda che da ragazzo aveva la vocazione per una vita contemplativa, avrebbe voluto fare o il guardiano del faro o il Direttore d'orchestra. L'ingresso significativo di Romiti nel mondo del lavoro avviene nel 1947 in una societa' meccanica di Bombrini Parodi Delfino.Ricorda con nostalgia la vita di stabilimento, lavorava nei reparti a contatto con operai, seguiranno poi altre aziende: Alitalia e Italstat. 'Il capitalismo vive perche' vivono le aziende' - dice -. Romiti rievoca il suo mondo FIAT. Arriva a Torino nel 1974 in piena crisi petrolifera, incontra prima Gianni, poi Umberto tramite Enrico Cuccia che vedeva in lui un giovane preparato, con grinta e passione. La mentalita' piemontese, le ragazze negli uffici con il grembiule nero, moltra-troppa disciplina. Romiti rimane in FIAT venticinque anni. Anni difficilissimi, con due fenomeni paralleli: terrorismo (l'uccisione di Aldo Moro ) e l'epoca d'oro del Sindacato e molti gambizzati (Casalegno). Si viveva in una atmosfera pericolosa: la marcia dei quarantamila! Cesare Annibaldi testimonia in diretta la forte volonta' di Romiti, la sua capacita' di comprendere gli altri. Etica e Capitale: Romiti e la paura di tornare povero, timore per i figli, 'l'eccesso di ricchezza per pochi e' pericoloso': l'etica dovrebbe crescere, non calare ogni giorno, il modo di comportarsi vince su tutto. La FIAT e tangentopoli, lo scontro durissimo con l'allora Ministro del Lavoro C.Donat-Cattin, il licenziamento degli operai. Racconta la figura di Enrico Cuccia di Mediobanca: coltissimo, amante dell'arte in tutte le espressioni, piu' duro di Agnelli, ma di grandissime visioni. Romiti ritorna a raccontare i venticinque anni passati accanto all' 'Avvocato'. Gianni Agnelli intelligenza superiore alla media, aveva fascino, avevamo un rapporto di grande collaborazione, umorista, lasciava la liberta' di pensiero, aveva una visione strategica, conosceva gli uomini e riceveva l'essenza della persona che aveva di fronte, curioso, faceva un sacco di domande: non ha mai usato i mezzi dell' Azienda FIAT per fini personali. Credo che le Olimpiadi a Torino ci siano per la determinazione di Gianni Agnelli. Monsignor G.F.Ravasi (Prefetto biblioteca Ambrosiana) altro ilustre ospite intervenuto , ha conosciuto Romiti nel 1999 prima come 'uomo-noce' ed ha scoperto in lui interiorita' e dolcezza, i loro incontri su morale ed economia. Da ultimo, conclude come Presidente della RCS editori.