Con il priore della Comunità Monastica di Bose, Enzo Bianchi continuiamo a leggere i Salmi, cercando di capire perche'sono citati nel Nuovo Testamento, tanto da costituirne quasi l'ossatura segreta. In questa puntata leggiamo i Salmi che prefigurano la sofferenza di un popolo, il dolore di ciascun individuo, riassunti nella vicenda di Gesù, la vittima innocente dei mali del mondo. Libri: Enzo Bianchi, Salterio di Bose. Salmi e cantici biblici Edizioni Qiqajon, 2008 Giuseppe Barbaglio, Luigi Commissari, I salmi. Testo poetico esistenza vissuta, EDB, 2008 Gianfranco Ravasi, I Salmi. Introduzione, testo e commento, San Paolo Salmo 22 Dio mio, Dio mio, perché Ma perché mi hai abbandonato Dio mio assente e lontano! Così piango nel mio lamento: io ti chiamo di giorno, e Tu muto, senza pace io urlo la notte. Eppur sei nel tempio il Santo, Dio assiso su un trono di lodi Che Israele Ti innalza da sempre. In Te ebbero fede i padri, han sperato e li hai soccorsi, t'invocarono e furono salvi. Non fu vana la loro speranza: io invece un verme, non uomo, un obbrobrio di uomo, un rifiuto! Per la folla oggetto di scherno: al vedermi sorridono tutti, sono favola al mondo intero. Tutti scuotono il capo e dicono: "Si è rivolto a Dio, lo liberi, Lui lo salvi, se è vero che l'ama". Eppur fosti Tu a trarmi dal grembo, a raccogliermi fin dalla nascita, Tu mia pace, dal seno materno...