La moda non fa parte dei bisogni naturali degli esseri umani. Tanto è vero che per molti secoli le società non l’hanno conosciuta. Nel mondo antico i vestiti venivano realizzati seguendo sempre gli stessi canoni; per gli indumenti maschili e femminili. Solo verso la fine del Medioevo e nel Rinascimento si cominciano a osservare fenomeni assimilabili al moderno concetto di moda, soprattutto tra gli aristocratici. Gli abiti si arricchiscono sempre più di ornamenti e decorazioni , mentre il vestiario femminile si diversifica decisamente da quello maschile. Da quel momento, ogni epoca esprime una propria moda, in relazione alle condizioni economiche, sociali, culturali del contesto in cui si sviluppa. E se fino al Settecento il “vestire bene” era patrimonio delle classi più ricche, con la rivoluzione industriale dell’Ottocento e del Novecento – che favorisce l’ingresso delle macchine nelle fabbriche tessili - la risorsa abbigliamento si rende più accessibile. La moda si fa “democratica” e si trasforma continuamente, adeguando forme, colori, tessuti alle diverse circostanze: specchio di crescita o di recessione, di benessere o di crisi, di pace o di guerra, di grandi cambiamenti o di restaurazione di antichi valori. Diventa allora innovativa o tradizionale, sobria o fantasiosa, ostentata o semplice, lineare o sovrabbondante. E oggi? Cosa è la moda oggi? Quali principi riflette? Come viene interpretata dalle donne e dagli uomini contemporanei? Chi sono oggi le persone che dettano la moda? Che rapporto c’è tra moda, sogno e riscatto sociale? Ci sarebbe ancora la moda se ciascuno di noi si accontentasse di quello che è, senza desiderare di apparire quello che non è? E perché la moda ha sempre bisogno di aggiornarsi? Ospiti:MASSIMO DI FORTI, giornalista de “ Il Messaggero”e STEFANO DOMINELLA, Presidente della maison Gattinoni e curatore della mostra “ Eroine di stile. La moda italiana veste il Risorgimento
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