“Peccare non significa fare il male. Non fare il bene: questo significa peccare! A cavallo tra spirito religioso e spirito laico, così Pier Paolo Pasolini interpreta l’atto del peccare. Una delle tante rappresentazioni di un concetto simbolo della tradizione Cristiana, derivazione diretta del Peccato Originale. Quella macchia primordiale, quella caduta, quel “distacco da Dio” che avrebbe modificato la nostra percezione del mondo, i nostri valori, il nostro modo di essere sulla terra. Cosa è dunque il peccato originale per un credente? Cosa significa separarsi da Dio? E’ un atto di presunzione, di superbia o di infedeltà? Vuol dire tentare di sostituirsi a Lui? O cercare di appropriarsi della realtà attraverso la ragione e non attraverso la fede? E una volta separati, che posto occupano il pentimento e la redenzione? E oggi, cosa significa peccare? Che contenuti hanno il peccato mortale e quello veniale? Per la Chiesa il senso del peccato è rimasto immutato o è cambiato nel tempo, adeguandosi alle trasformazioni sociali e culturali? Si può applicare il termine peccato nella vita sociale? Che rapporto c’è tra peccato, errore, colpa? Come viene interpretata la “responsabilità” – delle azioni o delle idee - da chi crede e chi non crede? Ospiti:MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA, vescovo di Terni, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e il prof. UMBERTO CURI, docente di Storia della Filosofia all’Università degli Studi di Padova. Ha di recente pubblicato il libro “Via di qua – Imparare a morire” (Edizioni Bollati Boringhieri).