Giosetta Fioroni, pittrice "crepuscolare" nasce nel 1932 a Roma, ed e' l'"unica donna energetica" del Pop romano. Negli anni sessanta, dopo gli studi di Belle Arti, frequenta il gruppo che si riunisce intorno alla Galleria "La Tartaruga". Conosce Cy Twoombly, De Kooning, Raushenberg ed e' interessata all'espressionismo dominato dall'informale di Toti Scialoja: colori industriali, immagini allusive. Racconta della casa di Sperlonga frequentata con Toti ed altri, figure capricciose, geniali (c'era chi dormiva nel sacco a pelo in terrazza). Il centro del loro movimento era a Piazza del Popolo a Roma in un appartamento sopra il Ristorante "Il Bolognese". In quel periodo gli artisti piu' scontrosi si nascondevano nel Tridente: Kounellis in fondo a Via di Ripetta. A "I luoghi della vita" la testimonianza di Raffaele La Capria che rievoca l'amicizia con Giosetta Fioroni e il loro tramite Goffredo Parise; ci parla della casa di Capri unica ed esclusiva, come la scrittura di Parise piu' volte rievocata. A Bologna nel 1970 una Carmen per la regia di Alberto Arbasino, gli scandalosi costumi realizzati con palline da ping-pong della stessa Fioroni; lo spettacolo interrotto dai fischi. Il racconto prosegue con i quattro anni ('59-'63) vissuti a Parigi con Germano Lombardi luogo di sogno non solo per la pittura, ma per l'atmosfera popolata di personaggi come S. Beckett, Giancarlo Mannori, Tristan Tzara e Klossowsky ed altri. E' della fine del '63 nel Trevigiano l'esperienza insieme a Goffredo Parise nella piccola casa "Salgareda" casa diroccata, comprata e restaurata dallo stesso Parise dove fu scritto "I Sillabari". Il Veneto come luogo ideale: una vita legata alla natura con i cavalli dove lei stessa realizzo' un lavoro che va sotto il nome di "spiriti silvani". Il raccondo si snoda ancora a Vicenza a Villa Valmarana e l'intervento di Franco Marcoaldi testimonia il legame con il Veneto che entrambi trasportano nella realizzazione ad Orbetello della villa sulla laguna, con la lettura di poesie, l'orto dove viene sepolto Petote il cane di Giosetta e Goffredo. Infine, l'amicizia con Giovanni Comisso attraverso il racconto del lungo viaggio compiuto insieme, Vienna, Budapes, spingendosi fino a Kiev.