Angelo Mangiarotti il piu' 'giapponese' degli architetti italiani nasce a Milano nel 1921. Partigiano in Svizzera, conosce prima Ernesto Rogers, suo maestro, che lo porta per un anno a Milano a lavorare nel suo studio, poi, Max Bill con il quale ha rapporti fondamentali. Dopo la Laurea in architettura al Politecnico di Milano, nei primi anni cinquanta vola a Chicago per insegnare. Chicago citta' - la definisce - anche pericolosa, ma con studenti splendidi e di tutte le nazionalita'. Rievoca l'aggressione subita in strada, costretto a bere vino, visita una zona deserta fuori la citta' dove era stato ucciso Al Capone. Angelo Mangiarotti si interessa piu' alla materia che ai materiali, dal cartone all'oro, dalla plastica al diamante. Vanni Pasca storico del design italiano, ricorda in trasmissione che Mangiarotti ha dato forma al marmo, rendendolo duttile. Rievoca i primi anni sessanta e lo Studio a Milano con Bruno Morassutti, l'edificio residenziale in Via Quadronno, esperienza che ha notevolmente influenzato l'architettura. Andrea Campioli altro ospite ha lavorato per dieci anni nello Studio Mangiarotti a Milano e testimonia la ricerca della coerenza architettonica dell'architeto sempre attento a rielaborare posizioni dei grandi maestri. Campioli ricorda il viaggio a Tokyo compiuto insieme, nei villaggi rurali minori per vedere l'architettura naturale; un maestro atipico Mangiarotti, grande suggeritore di metodo, grande poeta. Nell' 89 Mangiarotti apre a Tokyo lo studio 'Mangiarotti E Associati' insieme ad importanti architetti giapponesi. Mario Bellini altro illustre ospite parla del Mangiarotti rigoroso che non cede mai e che ha resistito agli aggiornamenti ed alle mode. Infine, Mangiarotti scultore, amante del vetro: 'il bicchiere - dice - non sara' mai una scultura per bere'.