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Una Biblioteca per Lampedusa. Anche con i libri senza parole. Per cercare di capirsi - Il Viaggiatore del 22/12/2013
22 dicembre 2013

conduce Paola D'Urso               
 
Alla fine della seconda guerra mondiale, della Germania non era rimasto in piedi niente: non le sue citta', rase al suolo dai bombardamenti, non la sua cultura violentata dal nazismo. Mentre con acciaio e cemento si ricostruivano le citta', l'ebrea tedesca Jella Lepman, torno' nel suo paese per ricostruire le anime di bambini e famiglie. Per farlo chiese libri da tutto il mondo, con la stessa urgenza con cui si chiedevano cibo e vestiti.

La sua storia ha ancora molto da insegnarci e il suo impegno semina ancora moltissimo con la Jugendbibliotek di monaco e l'ibby, International board on books for young people grazie alla quale poco prima della tragedia del 3 ottobre scorso, nell'isola di Lampedusa aveva preso avvio la raccolta di volumi per la costruzione di una biblioteca pensata per i ragazzi che abitano l'isola e per quanti vi sarebbero arrivati, alla ricerca di un futuro migliore.
"Datemi un libro" queste le paole dei bambini che hanno preso d'assalto i volontari che hanno aperto a novembre la sede della biblioteca ragazzi che verra'.
L'idea della Lepman  e dell'ibby e' che i libri e la lettura possono far crescere individui aperti. Responsabili e vaccinati contro il razzismo. Perche' i libri abbattono pregiudizi e barriere e sono dunque quantomai necessari in una terra che e'  porta e approdo.

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