L'esperienza umana, il linguaggio, il tempo: questi i fili attravero i quali Paul Ricoeur, scomparso pochi giorni fa all'età di 92 anni, ha intessuto il suo pensiero filosofico e religioso, osando guardare in faccia la finitezza dell'uomo, nella quale spesso si identifica anche la colpa, e affrontando la difficoltà necessaria del "conflitto delle interpretazioni". Lo ricordiamo in studio ascoltando frammenti delle sue riflessioni (Specchio del cielo, 1987) e parlandone con Francesca Brezzi, Paolo Ricca e Salvatore Natoli. Lui stesso ha caratterizzato il suo persorso filosofico con l'immagine di una "via lunga" da percorrere paziente fino in fondo. Ci soffermiamo su alcuni tratti, in particolare, sulla riflessione religiosa, di matrice protestante, e in dialettica coraggiosa con la modernità. Segnalazioni: Paul Ricoeur, Finitudine e colpa, Il Mulino, Bologna, 1970 Paul Ricoeur, Il conflitto delle interpretazioni, Jaca Book, 1995. Paul Ricoeur, La metafora viva, Jaca Book, Milano. Paul Ricoeur, Tempo e racconto, Jaca Book, 1998 , Milano Paul Ricoeur, Amore e Giustizia, Morcelliana, Brescia, 2000 Paul Ricoeur, Il male, Morcelliana, Brescia, 1993. P. Ricoeur, La critica e la convinzione, Jaca Book, Milano 1997. P. Ricoeur, Emmanuel Mounier. L'attualità di un grande testimone. Introduzione di Domenico Jervolino, Città Aperta Edizioni P. Ricoeur e Edmond Blattchen, L'unico e il singolare, Servitium Francesca Brezzi, Ricoeur. Interpretare la fede, Edizioni Messaggero Padova Domenico Jervolino, Introduzione a Ricoeur, Morcelliana