Uomini e Profeti 2007-2008

Letture 'Moby Dick o l'ossessione del male' con Barbara Spinelli. 4a e ultima puntata 'Eroi sconfitti'

  • Andato in onda:20/11/2008
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Letture 'Moby Dick o l'ossessione del male' con Barbara Spinelli. 4a e ultima puntata 'Eroi sconfitti'

.Moby Dick come poema della sconfitta, disegnata fin dall'inizio del romanzo: nell'ultima puntata di questa serie Barbara Spinelli si sofferma sulla sconfitta di Achab e sulle sconfitte raccontate da Melville anche in altri romanzi: quelle dei deboli, dei puri, degli innocenti come Billy Bud, o Bartleby o Benito Cereno. Nell'immagine: Gregory Peck in "Moby Dick", regia di John Houston Libri: Herman Melville, Moby Dick o la balena, Traduzione di Cesare Pavese, Adelphi Herman Melville, Moby Dick o la balena, traduzione di Bernardo Draghi, Frassinelli Herman Melville, Opere scelte, a cura di Claudio Gorlier, I Meridiani, Mondadori Herman Melville, Bartleby lo scrivano e altri racconti americani, a cura di Massimo Bacigalupo, Oscar classici Mondadori Impedito e stiracchiato, fatto nocchioso e ritorto dalle rughe, selvaggiamente risoluto e ostinato, con gli occhi vividi come carboni tuttora ardenti nelle ceneri della rovina, l'inflessibile Achab uscì nella limpidezza del mattino, alzando l'elmo frantumato della sua fronte alla fronte celeste della bella fanciulla Oh, infanzia immortale e innocenza dell'azzurro! Invisibili creature alate che ci scherzano intorno! Soave fanciullezza dell'aria e del cielo! Quanto lontane eravate dall'attorcigliato dolore del vecchio Achab! Ma così ho già veduto le piccole Miriam e Marta, elfi dagli occhi ridenti, saltellare spensierate intorno al vecchio padre, giocando col cerchio dei capelli abbruciacchiati che gli crescono in margine al consunto cratere del cervello. Traversando lentamente la coperta del portello, Achab si piegò alla banda e guardò come l'ombra dentro l'acqua affondava e affondava al suo sguardo, quanto più lui si sforzava di penetrarne la profondità.. Ma i dolci aromi di quell'aria incantata parvero alla fine dissipare, per un attimo, l'oggetto canceroso nel suo cuore. Quell'aria beata, felice, quel cielo ammaliatore, lo afferrarono in fine carezzevoli; la terra matrigna, da tanto tempo crudele, repulsiva, gettava braccia ora braccia appassionate intorno al suo collo ostinato, e pareva singhiozzare su di lui dalla gioia, come uno che, per quanto indurito e peccatore, ella trovasse ancora nel suo cuore la forza di salvare e benedire.. Di sotto al cappello calcato, una lagrima cadde nel mare dall'occhio di Achab: tutto il Pacifico non conteneva tante ricchezze che valessero quella misera goccia. (da "Moby Dick", Adelphi, trad. Cesare Pavese)

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