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LE ADOZIONI ALL'ESTERO
19 gennaio 2012

Dagli anni Ottanta a oggi, gli italiani hanno adottato più di 100.000 bambini provenienti dall’Europa, dall’America del Sud, dall’Asia e dall’Africa. Un numero molto elevato – secondo soltanto a quello degli Stati Uniti – che ha mutato il volto della nostra infanzia. Ragazzi di ogni età ed etnia, portatori di cambiamenti sociali e culturali rilevanti. Un fenomeno che sembra continuare anche nel 2011, sebbene in tono minore rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati forniti dalla Commissione per le adozioni internazionali della Presidenza del Consiglio, infatti, nel 2011 hanno raggiunto le famiglie italiane ben 4022 bambini provenienti da 57 paesi. A cominciare dalla Federazione Russa con 781 minori, seguita dalla Polonia, dal Brasile, dalla Ucraina, dall’Etiopia. La flessione rispetto al 2010 é dovuto soprattutto al forte rallentamento delle attività di alcune nazioni estere, che non hanno ratificato le nuove norme della Convenzione de l’Aja in materia di protezione dell’infanzia e delle adozioni internazionali e nazionali. Ma come si adotta un bambino straniero? Quali procedure si devono seguire e quali potrebbero essere gli ostacoli? Quali sono le differenze tra adozione internazionale e nazionale? Come è cambiata la legislatura in materia? Chi può adottare? Quali comportamenti deve seguire una coppia per inserire nel modo giusto un bambino in una famiglia e in un contesto sociale spesso tanto differenti da quelli di origine? Di tutto questo parleremo con un avvocato e con uno psicologo esperti in adozioni internazionali… Ospiti:l'avv. MILENA PINI, PRESIDENTE DELL’AIAF – Associazione Nazionale degli Avvocati per la famiglia e per i minori e con MARIO CHISTOLINI, psicologo e psicoterapeuta esperto in adozioni e affido.

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