Nell’approfondimento di questa puntata si è parlato degli interessi della criminalità organizzata sul mercato alimentare. A discutere di “mafia nel piatto” c’erano Paolo Meli del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino, Paolo Russo, del Pdl e membro della Commissione Agricoltura Camera che ha avviato un anno fa una “indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo”, Francesco Forgione, di Sinistra Ecologia e Libertà e presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2006 al 2008, Peppe Ruggiero, giornalista e regista e responsabile della comunicazione di Libera e di Legambiente Campania. Si è parlarto anche di una polemica nata da alcune dichiarazioni del conduttore Alessandro Di Pietro (quello di Occhio alla spesa) a “Bontà loro” che ha detto: “La filiera del pomodoro di Pachino è in mano alla mafia, va boicottato”. Di Pieto si è collegato con Agorà per chiarire le sue dichiarazioni e si è confrontato animatamente con Meli. Il reportage di Federico Ruffo ha cercato di spiegare la storia del ciliegino recandosi prima in Sicilia nelle zone dove vengono prodotti questi pomodorini e dove vengono venduti: al mercato di Vittoria, il mercato ortofrutticolo più grande del meridione, il secondo d’Italia, che da diversi anni è oggetto d’attenzione da parte degli inquirenti. Infatti è un mercato, assieme a Fondi (seconda tappa del reportage) e a Milano, dove si sono costituiti pericolosi cartelli che gestiscono e controllano in modo monopolistico e mafioso le rotte della commercializzazione dei prodotto ortofrutticoli.