Uomini e Profeti

Domande 'Lo spirituale nella vita e nell'arte'

  • Andato in onda:26/05/2006
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Domande 'Lo spirituale nella vita e nell'arte'

Elémire Zolla (1926-2002), massimo conoscitore delle filosofie orientali, e il regista russo Andrej Tarkovskij (1932-1986) sono i protagonisti di questa puntata. Per approfondire la figura di Elémire Zolla, conversiamo con Grazia Marchianò, autrice del libro a lui dedicato, Il conoscitore di segreti. Zolla, col suo spirito sensibile e aperto, è stato crocevia di culture, e, con le sue riflessioni sull'importanza della crescita dello spirito in un mondo sempre più progredito, si è fatto maestro spirituale dell'uomo moderno. In compagnia della slavista Simonetta Salvestroni e del critico cinematografico Tullio Masoni, parliamo invece di Andrej Tarkovskij e del suo modo di concepire il cinema: "compito del regista, secondo Tarkovskij, è di riprodurre la vita: il suo movimento, le sue contraddizioni, le sue tendenze e la sua lotta". Nei suoi film, per mezzo delle immagini e dei suoni, esprime sapientemente la catabasi in se stesso e il proprio tendere all'infinito. Il fotogramma e` tratto dall'Andrej Rublëv di Tarkovskij Libri: Grazia Marchianò, Il conoscitore di segreti, Rizzoli Elémire Zolla, La filosofia perenne. L'incontro fra le tradizioni d'Oriente e d'Occidente, Mondadori Tullio Masoni e Paolo Vecchio, Andrej Tarkovsky, Il Castoro Simonetta Salvestroni, Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa, edizioni Quiqajon, comunità di Bose Andrej Tarkovskij, Diari. Martirologio 1970-1986, Edizioni della Meridiana, 2002 (vedi la nostra piccola biblioteca) Andrej Tarkovskij, Scolpire il tempo, Ubu libri La vita contemplativa è aperta a chiunque, visto che a tutti capita due volte al giorno di uscire dal sonno o di entrarvi. Sono due istanti che si compongono in parti equivalenti di veglia e di sonno. Basta estendere quella condizione e farla permanere il più possibile. E ad essa che torniamo di fatto quando la nostra attenzione si fissa su un paesaggio, un'atmosfera o un minerale e vi si confonde. (da Un destino itinerante. Conversazioni tra Occidente e Oriente di Elémire Zolla e Doriano Fasoli) "Compito del regista", secondo Tarkovskij, "è di riprodurre la vita: il suo movimento, le sue contraddizioni, le sue tendenze e la sua lotta". Girare il Vangelo e con questo finire?! Ma come? Come girarlo? [...] Pasolini ricostruiva gli avvenimenti. Bisogna invece creare la poesie degli avvenimenti. Il mito. Con una misteriosa profondità. Con una domanda. La profondità non nel realismo di avvenimenti incredibili, ma nella tendenza all'interiorità. Bisogna emanciparsi per sentirsi completamente liberi. Come Bach nelle Passioni. Una verità storica? Ma serve poi? Che cosa si può usare come materiale? Si dovrà ricorrere a molti espedienti. Ma perché esiste Giuda Iscariota? A che è servito il suo bacio? Si poteva farne a meno con i Sadducei, gli scribi e i Farisei. Perché Giuda? Evidentemente per spiegare con chi Lui aveva a che fare: cioè con gli uomini. L'unico personaggio che porta un inimmaginabile peso psicologico. Giuda è il motivo per cui Gesù deve compiere la sua missione. Un esempio concreto per capire fin dove può arrivare l'uomo nella sua caduta. Qui bisogna scavare più in profondità! (dal Martirologio di Andrej Tarkovskij)

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